Un'iniziativa ambiziosa sta prendendo piede tra i giovani italiani, un movimento che chiede a gran voce il riconoscimento del diritto alla casa nella Costituzione.
Il comitato "Ma quale casa", apartitico e nato dall'esigenza di affrontare la crisi abitativa, ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare, che mira a raccogliere 50.000 firme entro l'11 settembre per portare il testo in Parlamento. Alla guida di questa battaglia vi è il presidente del comitato, Mattia Santarelli, un ventitreenne marchigiano, che ha condiviso le motivazioni e gli obiettivi di questa iniziativa con Fanpage.it.
La proposta si basa su una riflessione profonda riguardo alla questione abitativa, un tema che da decenni viene trascurato a livello nazionale. Santarelli sottolinea che non basta più la protesta per affrontare la situazione attuale: "Avere un tetto sopra la testa è giusto, e non bastano quattro mura per fare una casa." Questa affermazione racchiude il fulcro della proposta, che mira a modificare tre articoli della Costituzione per garantire un diritto fondamentale: quello all'abitazione.
Il primo punto di intervento riguarda l'articolo 44 della Costituzione, il quale attualmente stabilisce che la Repubblica "favorisce" l'accesso alla casa. La proposta prevede l'inserimento di una chiara affermazione: "La Repubblica garantisce l’accesso all’abitazione quale bene primario e mezzo necessario per assicurare alla persona l’effettivo esercizio dei diritti e una vita libera e dignitosa." Questa modifica intende dare sostanza agli slogan di lotta per il diritto all'abitazione, ponendo l'accento sull'importanza di un'abitazione dignitosa come prerequisito per esercitare i diritti fondamentali.
Il secondo punto tocca l'articolo 47, che attualmente tutela l'accesso alla proprietà dell'abitazione. Santarelli evidenzia che il concetto di proprietà, sebbene fosse centrale sessant'anni fa, oggi è diventato obsoleto, soprattutto per i giovani. La proposta prevede di ampliare la tutela a ciò che viene definito "godimento" dell'abitazione, riconoscendo l'importanza dell'affitto come forma di accesso abitativo. Questa modifica rispecchia le mutate esigenze sociali, dove la proprietà di una casa è spesso un sogno irraggiungibile per molti.
Infine, il terzo punto riguarda l'articolo 117, che stabilisce le competenze legislative delle varie istituzioni. La proposta di legge prevede di aggiungere le norme generali per le politiche abitative tra le competenze esclusive dello Stato, un passo decisivo per garantire una programmazione a lungo termine in materia di edilizia residenziale. Santarelli pone l'accento sulla necessità di evitare forti squilibri territoriali nella gestione degli alloggi popolari, suggerendo una competenza condivisa tra Stato e Regioni.
L'iniziativa ha già ricevuto un importante sostegno da parte di figure politiche, tra cui la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha espresso la sua adesione al progetto. Questo supporto politico è visto come un segnale di speranza, non solo per il comitato, ma per tutti coloro che credono nella necessità di un cambiamento radicale nel panorama abitativo italiano.
Attualmente, il comitato ha raccolto circa 4.000 firme e sta intensificando gli sforzi per raggiungere l'obiettivo delle 50.000. Le firme possono essere raccolte sia online attraverso una piattaforma ministeriale, sia tramite banchetti dislocati in varie Regioni italiane. Santarelli e il suo team sono determinati a mobilitare la popolazione, sottolineando che "servono anche dei servizi" per rendere le abitazioni veramente vivibili. La presenza di infrastrutture e servizi essenziali è fondamentale per costruire una vita dignitosa, un aspetto spesso trascurato nelle discussioni sulla crisi abitativa.
In un contesto in cui il mercato immobiliare sembra dominare la scena, il comitato "Ma quale casa" si propone di riportare al centro del dibattito politico il concetto di casa come diritto fondamentale. Con la determinazione dei giovani e il supporto della società civile, questa iniziativa potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta per garantire a tutti un'abitazione dignitosa, sfidando le convenzioni e le politiche abitative obsolete che hanno caratterizzato il nostro paese per troppo tempo.