Martedì, mentre il premier Conte nel suo discorso al Senato rinfacciava a Salvini l'uso spregiudicato di simboli religiosi, il suddetto tirava fuori dalla tasca il famoso rosario, facendo intendere che lui lo utilizza in quanto credente.

Già nell'Angelus di domenica, il Papa aveva catechizzato i fedeli contro i falsi cristiani che credono di poter coniugare pratiche religiose e atteggiamenti contro il prossimo. Oggi, 21 agosto, nel consueto appuntamento del mercoledì, Francesco ha di nuovo ricordato che cristianesimo e ipocrisia non sono due strade che possono confluire tra loro.

"Se voi volete sapere se siete buoni cristiani - ha detto il Papa - dovete pregare, cercare di accostarvi alla comunione, al sacramento della riconciliazione.

Ma quel segnale che il tuo cuore si è convertito, è quando la conversione arriva alle tasche, quanto tocca il proprio interesse: lì è dove si vede se uno è generoso con gli altri, se uno aiuta i più deboli, i più poveri.

Quando la conversione arriva lì, stai sicuro che è una vera conversione. Se rimane soltanto nelle parole non è una buona conversione".

Dopo aver fatto riferimento all'episodio di Anania e di sua moglie Saffira, riportato negli Atti degli Apostoli, il Papa ha aggiunto che "venire meno alla sincerità della condivisione, o venire meno alla sincerità dell’amore, significa coltivare l’ipocrisia, allontanarsi dalla verità, diventare egoisti, spegnere il fuoco della comunione e destinarsi al gelo della morte interiore.

Chi si comporta così transita nella Chiesa come un turista. Ci sono tanti turisti nella Chiesa che sono sempre di passaggio, ma mai entrano nella Chiesa: è il turismo spirituale che fa credere loro di essere cristiani, mentre sono soltanto turisti delle catacombe.

No, non dobbiamo essere turisti nella Chiesa, ma fratelli gli uni degli altri. Una vita impostata solo sul trarre profitto e vantaggio dalle situazioni a scapito degli altri, provoca inevitabilmente la morte interiore.

E quante persone si dicono vicine alla Chiesa, amici dei preti, dei vescovi mentre cercano soltanto il proprio interesse. Queste sono le ipocrisie che distruggono la Chiesa!"

In pratica, dopo aver preso delle sberle da Conte, quest'oggi il "pio" Matteo Salvini ne ha indirettamente (ri)prese altrettante dal Papa, che ha ricordato a quelli come lui che pretendono di essere credenti che il cattolicesimo che dicono di professare non ha nulla a che vedere con quello della Chiesa.