"So perfettamente che non dovrei prendere posizione pubblica su un tema che non mi riguarda, che questo tweet sarà criticato ed attaccato e che già sono abbastanza inviso ad una parte della magistratura, ma non ne posso fare a meno.
Scrivo ciò che scriverei, su analoghi fatti, se riguardassero un Governatore del csx e lo scrivo parlando a titolo personale e non interpretando una posizione del Governo né di Fdi. Come Guido Crosetto mi sento di dover dire ciò che penso. Toti è stato arrestato per corruzione. Alle 3 del mattino mentre era in una stanza di albergo. Gli contestano finanziamenti alla sua campagna elettorale, regolarmente denunciati. Ma ottenuti, secondo loro, illegalmente, in cambio di “favori”. Tipo: “accelerare” una pratica ferma da anni. Ricordo inchieste simili. La più grave ed eclatante riguardò Fitto. Assolto da ogni accusa. Perché erano tutte false. Dopo anni di inferno. Sarà così anche in questo caso? A me sembra di sì, avendo letto le carte pubbliche e vedendo che il PM arriva dalla stessa Procura che colpì Fitto. Ciò detto vorrei far notare che sta alla Procura provare le proprie tesi e non a lui la sua innocenza, perché lo è fino a quando un tribunale non lo avrà condannato definitivamente. Da ciò che ho letto nelle carte della stessa Procura invece ho l’impressione che ci sia, in questa vicenda, scarso interesse di ricerca della verità. Non vorrei che prevalesse la volontà di dimostrare che alcune persone possono, in ogni momento, senza alcun problema né rischio, privare chiunque della propria libertà. Con la logica usata per Toti (a cui non viene contestato alcun vantaggio personale e privato) possono arrestare la quasi totalità dei Sindaci, dei Presidenti di Regione, dei Dirigenti Pubblici. Suppongo potrebbero anche arrestare la maggior parte dei Magistrati. La carcerazione preventiva non nasce come strumento di intimidazione o per aumentare l’audience di un’inchiesta. Nasce per impedire la reiterazione di reati gravi, la fuga o l’inquinamento delle prove. Non è questo il caso, tanto più che sono passati 5 mesi dalla richiesta di misure cautelari alla loro esecuzione e che, come ha dichiarato lo stesso Procuratore, l’accertamento dei fatti risale ad oltre un anno fa. Se quindi la misura cautelare non trova giustificazione proprio nei tempi stessi di cui ci ha informati la Procura, perché è stata voluta ed attuata in questi modi ed in questi tempi? Perché c’erano le elezioni, è stata la risposta. Ma Toti non è candidato a queste elezioni. Mi dispiace usare questa frase ma lo farò ugualmente: lo avevo predetto con largo anticipo".

Questo lo sproloquio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, pubblicato sul proprio account social a commento dell'inchiesta e della misura cautelare di cui è stato involontario protagonista il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti.

In tutte le asserzioni che Crosetto fa, non spiega però perché un ministro, oltretutto della Difesa, dovrebbe occuparsi di un'inchiesta della magistratura... entrando nel merito, per criticarla. Un ministro, proprio per il ruolo ricoperto, dovrebbe tacere per non alimentare conflitti tra poteri, che sono sempre e comunque destabilizzanti. Invece Crosetto non solo non tace, ma fa valutazioni sulla necessità di arrestare Toti e sui contenuti del lavoro dei magistrati, come se fosse stato lui a fare le indagini  e come se fosse lui in grado di valutare in poco più di 24 ore ciò che un giudice ha soppesato per mesi.

Non soddisfatto di aver scritto ciò che non doveva neppure pensare, il ministro chiude lo sproloquio tuffandosi nella solita banalità dell'inchiesta politica, fatta venire alla luce in prossimità delle elezioni... europee. Ma se gli arresti fossero stati chiesti prima, Crosetto avrebbe allora detto che era un'inchiesta a tempo fatta per danneggiare la sua parte politica alle elezioni... amministrative, che si sono svolte nei mesi scorsi.

Ma la cosa che fa più indignare è che il ministro non abbia niente da recriminare nei confronti dell'amministratore pubblico Giovanni Toti che, in base alle sue conversazioni con l'imprenditore Spinelli (senza entrare nel merito delle questioni giudiziarie che riguardano altri), rivela un uso della politica opportunistico, indirizzato a favorire chi lui conosca , senza rendersi conto che l'incarico ricoperto non gli dà alcuna autorità per tessere relazioni simili: un amministratore pubblico deve fare l'esatto contrario.

Di questo Crosetto non ha fatto parola. Pertanto, si deve intendere che il modo di interpretare un incarico pubblico da parte di Toti è normale e, pertanto, si deve ritenere che anche Crosetto si comporti alla stessa maniera, idem per i suoi colleghi ministri, idem per la premier Meloni.