Nel contesto attuale della geopolitica internazionale, le dichiarazioni del presidente Donald Trump sui contributi alla difesa degli alleati della Nato rappresentano un campanello d’allarme per molti Paesi, compresa l’Italia. Il concetto di difesa collettiva, sancito dall‘articolo 5 del trattato Nato, secondo cui un attacco a un Paese membro è considerato un attacco a tutti, è messo in discussione da Trump: gli Stati Uniti potrebbero non difendere gli alleati che non contribuiscono in modo adeguato alla spesa per la difesa, suggerendo che una maggiore equità nelle spese militari potrebbe portare a una nuova struttura in cui chi investe di più nella difesa avrà diritto a maggiori “servizi”. Un simile scenario potrebbe minare la sicurezza di alcuni Paesi, e l’Italia potrebbe trovarsi a fare i conti con una realtà dove la difesa collettiva non è più garantita come in passato.

Le parole di Trump ci ricordano quanto sia fragile il sistema di alleanze internazionali, e quanto, se non mantenuto un equilibrio giusto, possa venire meno la protezione di un Paese che si affida alla solidarietà degli alleati. Con il rischio che la Nato possa non intervenire in caso di attacco se non rispettano certi parametri di spesa militare, l’Italia potrebbe trovarsi in una situazione pericolosa. Se i Paesi che non investono in difesa non sono più protetti come dovrebbero, la nostra nazione potrebbe restare senza il supporto fondamentale in un momento di crisi, con il rischio di diventare vulnerabile a minacce esterne.

Questo non è solo un esercizio teorico: guardiamo alle recenti situazioni globali, come i conflitti in Ucraina e la crisi a Gaza. Questi eventi, che ci sembrano lontani, potrebbero facilmente estendersi ad altri Paesi europei, Italia compresa. L’Ucraina, purtroppo, sta vivendo sulla propria pelle l’inafferrabilità delle promesse di difesa collettiva e il rischio che la sua lotta venga lasciata a se stessa. Gaza ci ricorda, invece, che anche in contesti complessi, dove le alleanze sembrano solidamente radicate, la difesa dei più deboli può diventare una questione di interessi politici ed economici piuttosto che di impegno concreto.

Di fronte a questo scenario, l’Italia e gli altri Paesi membri della Nato devono cominciare a riflettere su come organizzarsi per la difesa in maniera autonoma. Non possiamo più dare per scontato che, in caso di conflitto, un’alleanza ci difenderà automaticamente. Se i nostri alleati non sono disposti a garantire la nostra protezione senza un adeguato contributo economico alla difesa, allora è fondamentale che l’Italia investa seriamente nella propria sicurezza nazionale.

L’autodifesa non significa solo potenziare l’esercito, ma anche investire nella cyber-sicurezza, nella protezione delle infrastrutture critiche e nella preparazione del popolo a rispondere prontamente a qualsiasi tipo di minaccia. L’Italia deve sviluppare una strategia di difesa nazionale che non si limiti a fare affidamento su alleanze internazionali, ma che sia solida, moderna e in grado di rispondere tempestivamente a qualsiasi attacco. In un mondo in cui gli equilibri geopolitici sono sempre più incerti, l’autosufficienza in tema di difesa diventa una priorità.

La storia ci insegna che nessun Paese è mai completamente al sicuro. Anche i Paesi con alleanze solide possono trovarsi in difficoltà, e gli eventi di oggi, come la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, sono un monito a non dare mai per scontata la nostra sicurezza. Le parole di Trump, anche se critiche nei confronti della Nato, ci offrono una lezione importante: non possiamo affidarci completamente alla protezione degli altri, e dobbiamo prepararci a difenderci da soli. L’Italia, pur facendo parte della Nato, deve rispondere a questa sfida con determinazione, rafforzando la propria difesa e promuovendo politiche di sicurezza indipendenti.

Se nessuno ci difende, se gli Stati Uniti, o altri alleati, decidono di non intervenire in caso di attacco, allora dobbiamo essere pronti a difenderci da soli. La sicurezza nazionale non è un lusso, ma una necessità, e la difesa del nostro Paese è una responsabilità che non possiamo delegare completamente. Il futuro della nostra nazione dipenderà dalla nostra capacità di essere indipendenti, forti e pronti a proteggere ciò che è nostro. L’autodifesa è l’unico modo per garantire che l’Italia rimanga al sicuro in un mondo sempre più instabile.