Lo scorso 21 dicembre, la nave della Ong Proactiva Open Arms, in navigazione nel Mediterraneo, ha salvato 313 naufraghi alla deriva su tre imbarcazioni. Una donna e il suo neonato sono stati ricoverati questa mattina in un ospedale di Malta. Agli altri naufraghi, Roma e La Valletta hanno negato un approdo.

La nave è piccola e le persone tratte in salvo sono ammassate in coperta, all'aperto, e non si trovano certo in condizioni favorevoli, dato che siamo in inverno.

Soddisfattissimo il ministro dell'Interno Matteo Salvini che nelle ultime ore ha ripetuto più volte, che «qui in Italia questa nave Ong NON SBARCA», pur non avendo alcuna autorità sulla gestione dei porti. Lo stesso ministro ha anche impersonato la parte del misericordioso scandalizzato nei confronti di coloro che gli hanno espresso la loro indignazione per le sue dichiarazioni.

Una curiosa "bontà" quella di Salvini, che si commuove davanti al cibo, ai cani e ai gattini e dice di voler rappresentare il buon Dio agitando vangeli e rosari, ma si indigna come un matto se poi qualcuno salva la vita ad un naufrago che rischia di affogare... perché migrante, povero e "non europeo".

Salvini non si chiede che fine avrebbero potuto fare quelle 313 persone se non fossero state tratte in salvo e non si preoccupa neppure  di informare i suoi "amici" social che una dozzina di cadaveri di migranti sono stati avvistati alcune ore fa, galleggiare al largo delle coste della Spagna.

Nel frattempo, dopo che Libia, Francia, Italia e Malta si sono rifiutate di aprire i loro porti, il Governo spagnolo ha autorizzato l'attracco della Open Arms in un proprio porto, che verrà comunicato alla nave della Ong nelle prossime ore dal Centro di coordinamento per il soccorso marittimo di Madrid. L'arrivo a destinazione è previsto tra cinque o sei giorni, in base alle condizioni meteorologiche.