Quello della magistratura è un atto dovuto e di responsabilità per la difesa dello stato di diritto. Troppo spesso stiamo assistendo a episodi di abuso di potere, perpetrati prolungando la sofferenza di soggetti in uno stato di estrema vulnerabilità.

In quei giorni era chiaro che le istituzioni locali non potessero esercitare serenamente la loro autorità per via di pressioni superiori, come testimoniato peraltro dalla Giunta siracusana.

Sea-Watch ha collaborato proattivamente con la magistratura di Siracusa e Catania per fornire tutti gli elementi necessari a una valutazione oggettiva dei fatti. Dalle indagini è emerso che avevamo agito secondo il diritto.


Ci solleva osservare che la magistratura si stia ora rivolgendo ai rappresentanti delle istituzioni che in quei giorni hanno calpestato diritti umani e obblighi di legge, non concedendo l'approdo in porto senza addurre motivazioni giuridiche, negando lo sbarco immediato, almeno, dei minori non accompagnati, intrappolando per giorni a un miglio dalla costa 47 sopravvissuti e con loro l'equipaggio della nave.

Siamo pronti a testimoniare che cosa sia stato dover spiegare alle persone a bordo che un paese in pace non le vuole, guardarle rifiutare il cibo e lasciarsi andare, sotto la responsabilità del capitano, che aveva invocato la necessità di entrare in porto.

Il trattenimento a bordo a fini di propaganda no può restare ancora una volta ingiudicato, perché protetto dalla politica. lo sbarco di naufraghi non deve essere condizionale alla trattativa tra Stati.

Le persone in fuga dalla Libia devono essere soccorse e protette, non strumentalizzate. Di tutto il resto si discute a terra, non in mare."


Quella sopra riportata è la nota di Giorgia Linardi, portavoce per l'Italia di Sea Watch, sull'indagine contro Salvini, Conte, Di Maio e Toninelli avviata dalla Procura di Catania con l'ipotesi di reato di sequestro di persona in relazione ai 47 migranti soccorsi a gennaio dalla Sea-Watch 3 e costretti a rimanere per dieci giorni a bordo di quella nave prima di poter scendere al porto di Catania.


Questa, invece, la confusa dichiarazione che ha rilasciato al riguardo il principale indagato in questa nuova indagine della Procura, che ha continuato a ripetere anche oggi che mentre altri chiacchierano, lui difende i confini e nonostante ciò viene processato: