L'articolo 18 della Costituzione italiana tutela e allo stesso tempo da forma e disciplina la libertà di associazione dei cittadini italiani. 

“I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.  Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”.

Quindi la forma di associazione deve essere pubblica per cui sono proibite le società segrete, e trova i propri limiti naturali in due divieti: di perseguire fini, sia statutari che effettivi, penalmente proibiti ai singoli iscritti; di perseguire scopi politici con mezzi, metodi e risorse militari.

Nel primo comma della nostra Costituzione appare il termine “divieto” nel secondo esplicitamente indica la “proibizione” di attività - anche indirette – che hanno finalità “contra lègem”.

Dal punto di vista dell'interpretazione il secondo comma potrebbe validamente essere riferito sia agli iscritti registrati che a qualunque altra persona fisica, che a qualsiasi titolo, partecipi alle loro attività concrete e/o materiali. 

Nel 1982 la loggia massonica P2, aderente al Grande Oriente d'Italia (GOI), fu sciolta dal Parlamento italiano con la legge 25 gennaio 1982 n. 17 ( legge Anselmi).

 Art. 1. - Si    considerano   associazioni   segrete, come   tali   vietateall'articolo 18 della Costituzione, quelle che, anche all'interno diassociazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendosegrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono   attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale.

Leggendo il primo articolo è palese l’intento di chiarire ed indicare meglio l’aspetto sostanziale dell'art. 18, con il quale il legislatore ha specificato che sono da considerarsi tra le organizzazioni vietate anche quelle che: 

“(...) anche all'interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale.”

Nel 1993 la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha dichiarato incompatibile l'appartenenza alla magistratura con l'affiliazione alla massoneria. Nel 1995 le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno confermato la posizione del CSM.

Negli anni 2000 l'Italia è stata ripetutamente condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per violazione dei diritti umani poiché alcune leggi dello Stato e di alcune regioni risultavano discriminatorie nei confronti dei massoni.  Le delibere del Consiglio Superiore della Magistratura degli anni novanta considerarono censurabile anche la remota affiliazione di un magistrato a tale associazione. 

Com’è nato e si è potuto sviluppare all’interno delle istituzioni pubbliche e nel tessuto economico-politico del Paese un tale devastante fenomeno? Fu definita un’organizzazione parallela allo Stato di diritto che ha perseguito obiettivi contrari alla Costituzione e che, stando alla situazione attuale, sembra stia completando il programma previsto sin dalla sua fondazione: modificare la struttura della Costituzione attraverso leggi atte ad introdurre il presidenzialismo, la frammentazione territoriale e la piena attuazione del modello economico liberista.

Che alla fine del secondo conflitto mondiale la neo CIA abbia utilizzato fascisti italiani e nazisti tedeschi come elementi contro il comunismo ormai è un dato acquisito: la politica americana rimane un elemento attivo che ha condizionato e continua a condizionare la vita degli italiani e per farlo non ha avuto scrupoli ad utilizzare ogni mezzo “lecito e illecito”.

Dobbiamo partire dalla morte di Enrico Mattei avvenuta nel 1962, il magistrato Vincenzo Calia dagli appunti del SISMI e del SISDE da lui scoperti emergeva che la loggia P2 fu fondata da Eugenio Cefis (che subentrò ad Enrico Mattei) e la diresse fin quando fu presidente della Montedison; dopo lo scandalo dei petroli subentrarono Licio Gelli e Umberto Ortolani. Inoltre secondo alcune testimonianze il capo occulto fu Giulio Andreotti.

La figura di Licio Gelli è apparentemente contraddittoria, da fascista - fu volontario nella guerra di Spagna e agente di collegamento con i nazisti durante l’occupazione della Jugoslavia - passò tra le file degli antifascisti. A mio parere fu un opportunista senza scrupoli e un ambizioso assetato di potere.

Venne iniziato alla massoneria il 6 novembre 1963, divenuto “maestro” iniziò a reclutare numerosi personaggi istituzionali di rilievo, la Commissione parlamentare aveva concluso che avesse anche “agganci” molto forti presso il generale argentino Juan Domingo Peron (vi sono foto che lo mostrano nella sede presidenziale argentina insieme ad Andreotti).  Gelli convinse Gamberini a iniziare «sulla spada» (cioè al di fuori dello specifico rituale massonico) i nuovi aderenti, e a inserirli nell'elenco dei «fratelli coperti» della loggia P2. 

L’ascesa di Licio Gelli divenne inarrestabile quando a Giordano Gamberini, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, gli succedette Lino Salvini nel 1970 che gli delegò la gestione della loggia P2, con la facoltà di iniziare i nuovi iscritti anche “all’orecchio” - fino ad allora diritto esclusivo del Gran maestro – e, nel 1971 lo nominò “segretario organizzativo”. Tali cariche conferirono a Gelli la conoscenza esclusiva dell’elenco dei nominativi degli affiliati alla sua loggia. Immediatamente inizia un intenso programma di affiliazione tra imprenditori, e dirigenti statali di alto livello, prediligendo gli ambienti militari dove riuscì ad arruolare i vertici in particolare dei Carabinieri e dei servizi segreti inoltre tra i suoi adepti figuravano politici, giornalisti, magistrati: in pratica tutti coloro che svolgevano funzioni di alto livello che potevano fornirgli informazioni utili ai suoi scopi. 

Attraverso i suoi affiliati, nel 1966, poté acquisire fascicoli riservati del SIFAR destinati ad essere distrutti ottenendo informazioni riservate di alte cariche dello Stato (di tutto questo materiale a tutt’oggi non se ne conosce bene l’utilizzo), più tardi emerse che partecipò attivamente sia al tentativo del golpe Borghese che ad operazioni di terrorismo (strage del treno Italicus), ebbe stretti contatti con esponenti dell’eversione nera: la P2 rappresenta tutt’oggi un enorme vaso di Pandora.

 Nell'agosto 1975, subito dopo la vittoria elettorale del PCI alle elezioni regionali, Gelli mise a punto uno «Schema R», che trasmise al Presidente della Repubblica Giovanni Leone, senza ottenere riscontri. Nel documento Gelli sosteneva l'instaurazione della Repubblica presidenziale, la riduzione del numero dei parlamentari e l'abolizione delle loro immunità. Propose anche l'abolizione del servizio militare di leva e la sua sostituzione con un esercito di professione. 

Per non parlare delle lotte interne tra i vertici delle principali logge massoniche italiane dove Gelli agì scaltramente approfittando della caduta di alcuni maestri infatti a seguito di alcune indagini della magistratura che condussero all'arresto del nuovo segretario organizzativo della loggia P2, l'avvocato Gian Antonio Minghelli, con l'accusa di legami con il clan del gangster marsigliese Albert Bergamelli, di sequestri di persona e di riciclaggio di denaro sporco. il 26 luglio 1976 Gelli ne approfittò per chiedere a Salvini la sospensione ufficiale di tutte le attività della P2, circostanza che gli permise di evitare il passaggio elettorale per la regolare conferma della sua maestranza venerabile e di continuare a dirigere la loggia in regime di “prorogatio”, a tempo indeterminato di conseguenza la P2 continuò ad esistere come gruppo gestito direttamente da Gelli, il quale manteneva personalmente i rapporti con Salvini e Gamberini (che, dopo il 1976, nella sua veste di garante, continuò a concelebrare molte iniziazioni per conto della Loggia P2) e gli altri vertici della massoneria. 

Il 15 aprile 1977, pur essendo ufficialmente sospese le attività della P2, Salvini conferì a Gelli una speciale «delega in bianco» autorizzandolo a promuovere tutte le attività che avesse reputato di interesse e di utilità per la massoneria, rispondendo unicamente al Gran maestro per le azioni intraprese a tale scopo. 

E’ nella seconda metà degli anni 1970 che la P2 ebbe la massima espansione ed influenza e cominciò ad operare anche all'estero (pare che abbia tentato un programma di reclutamento  in Uruguay, Brasile, Venezuela, Argentina e in Romania, Paesi nei quali avrebbe, secondo alcuni, tentato di influire sulle rispettive situazioni politiche). In particolare realizzò ramificazioni estese e importanti in Uruguay, aiutato da uomini d'affari come Umberto Ortolani e Francesco Pazienza e dove la CIA ha recuperato l’archivio che Gelli ha traferito per sottrarlo alla magistratura italiana e alla Commissione parlamentare di inchiesta.

 Per meglio gestire” la sua macchina di potere” Gelli dispose il decentramento dei suoi affiliati in “circoscrizioni regionali”: ogni gruppo regionale doveva riferirsi a un coordinatore con il grado di «Maestro», che diveniva responsabile della presentazione dei nuovi adepti al “Venerabile Maestro”. 

Fu nel 1978 che i servizi segreti guidati da Santovito si interessarono alla loggia P2, in merito redassero una informativa.

Nello stesso anno, dopo scontri furibondi all’interno della massoneria, il Gran maestro Lino Salvini rassegnò le dimissioni dalla guida del GOI in anticipo sulla scadenza del mandato. La Gran Loggia dei Maestri venerabili elesse al suo posto l'ex generale dell'aeronautica Ennio Battelli, il quale confermò la delega e la posizione speciale di Gelli nell'ambito della massoneria, imponendo peraltro la sua presenza o quella dell'ex Gran maestro Gamberini, durante le cerimonie di affiliazione dei nuovi aderenti ed escludendo pertanto ogni iniziazione «all'orecchio» da parte di Gelli. 

Gelli, tuttavia, convinse Gamberini ad effettuare le eventuali «concelebrazioni» non in un tempio massonico, ma in un appartamento all'Hotel Excelsior di Roma e – soprattutto – a sottoscrivere in bianco almeno quattrocento brevetti di ammissione nei quali successivamente avrebbe aggiunto i nominativi degli affiliati assicurandosi così la segretezza di una lista riservata. Con quella lista Gelli poteva disporre di uno straordinario potere che poteva utilizzare per raggiungere obiettivi di alto livello infatti nel 2008 durante un’intervista affermò: “Con la P2 avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate dagli appartenenti alla P2.”   Licio Gelli intervistato da Klaus Davi.

Gelli ruppe la “riservatezza” nel 1980 rilasciando un’intervista a Maurizio Costanzo – affiliato P2 tessera n. 1819 – che fu pubblicata il 5 ottobre dal Corriere della Sera diretto a quel tempo da Franco Di Bella – affiliato P2 tessera n. 1887 - nella quale il Gran Maestro spiegava sinteticamente gli obiettivi già descritti nello “Schema R” inviato al Presidente della Repubblica Leone, e che saranno rinvenuti nel Piano di rinascita democratica. Il 17 marzo 1981 i giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nell'ambito di un'inchiesta sul presunto rapimento dell'avvocato e uomo d'affari siciliano Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli e la fabbrica di sua proprietà (la Giole a Castiglion Fibocchi presso Arezzo – divisione giovane di Lebole – e la Socam): l'operazione, eseguita dalla sezione del colonnello Vincenzo Bianchi della Guardia di Finanza, scoprì fra gli archivi della Giole una lista di quasi mille iscritti alla loggia P2, tra i quali il comandante generale dello stesso corpo, Orazio Giannini (tessera n. 832). 

Dopo la scoperta della lista, il Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani attese il 21 maggio 1981 prima di renderla pubblica perché comprendeva i nominativi di 2 ministri allora in carica  - il socialista Enrico Manca, e il democristiano Franco Foschi -  e 5 sottosegretari - Costantino Belluscio del PSDI, Pasquale Bandiera del PRI, Franco Fossa del PSI, Rolando Picchioni della DC e Anselmo Martoni del PSDI -  quest'ultimo era «in sonno». Forlani a causa di questo ritardo dovette dare le dimissioni, gli subentrò Spadolini. 

Ai sensi della legge 23 settembre 1981, n. 527, nel dicembre dello stesso anno venne costituita una apposita Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Tina Anselmi secondo la quale il Venerabile, portò con se la parte più importante del suo archivio personale in America Latina, compresa la lista completa degli iniziati alla P2 che, secondo alcune testimonianze, comprendeva quasi 2400 nomi. 

Sette mesi dopo il ritrovamento, il 31 ottobre 1981, la corte centrale del Grande Oriente d'Italia espulse Licio Gelli dal consesso massonico: Gelli, in quel momento latitante all'estero, aveva già presentato richiesta di «assonnamento» il primo ottobre 1981. Tuttavia il Grande Oriente ritenne di non poter procedere allo scioglimento della Loggia P2, essendo la sua attività all'interno del GOI ufficialmente sospesa sin dal 1976; per questo motivo tecnico tutte le attività gestite da Gelli dal 1976 sino a quel momento, eccedenti la normale amministrazione della loggia da lui diretta in regime temporaneo, erano da considerarsi adottate autonomamente per tal ragione la responsabilità delle quali non doveva essere ricondotta all'ordine massonico. Però stranamente nulla si disponeva nei confronti degli altri 961 iscritti alla loggia che per questa ragione facevano ancora parte dell’organizzazione massonica. Poco dopo una perquisizione, la polizia rinvenne nella villa del Venerabile oltre 2 milioni di dollari in lingotti d'oro dimostrando che la sua loggia godeva di cospicui finanziamenti.

(continua...