Questa mattina, nell'Aula della Benedizione, papa Francesco ha tenuto il tradizionale discorso alla curia romana in occasione degli auguri natalizi.
"Ringrazio di cuore il Cardinale Re per le sue parole augurali; non invecchia questo! E questo è bello. Grazie, Eminenza, per il Suo esempio di disponibilità e di amore alla Chiesa",
sono state le parole con cui il pontefice ha aperto il discorso. Poi ha proseguito così:
"Il Cardinale Re ha parlato della guerra. Ieri il Patriarca [Latino di Gerusalemme] non l'hanno lasciato entrare a Gaza, come avevano promesso; e ieri sono stati bombardati dei bambini. Questo è crudeltà. Questo non è guerra. Voglio dirlo perché tocca il cuore. Grazie di questo riferimento, Eminenza, grazie!"
In precedenza, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, aveva descritto l'attuale realtà come un'epoca "in cui infuria l'incendio delle guerre" in cui si assiste a "disumanità" e "orrori" che affliggono i cuori.
Ancora non sono arrivate, ma sicuramente non mancheranno di farsi sentire le lamentele, nell'ordine, della comunità ebraica romana, di quella italiana e, infine dell'ambasciatore israeliano a Roma, che faranno da antipasto a quelle del ministro degli Esteri israeliano Katz e, infine, del premier Netanyahu.
Anche il papa, dopo quasi 200mila vittime tra morti e feriti in Palestina, si è accorto della crudeltà che anima il cosiddetto morale esercito dello Stato ebraico... oltre che gran parte degli ebrei israeliani.
Adesso mancano i cosiddetti leader del cosiddetto occidente democratico che devono rendersi conto di tale crudeltà ed agire di conseguenza. Ma in quel caso di quante vittime ancora avranno bisogno? 400mila? 600mila? Milioni?