Capire la logica che supporta il "pensiero" leghista non è cosa di tutti i giorni e non sempre è possibile venirne a capo. Ultima testimonianza di tale affermazione è il testo pubblicato questo martedì sulla pagina Facebook di Matteo Salvini, in cui il ministro e vicepremier cerca di arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che lui celebrerà comunque la Festa della Liberazione... pur non facendolo.

Ecco come!


«Il 25 aprile, per celebrare il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà dell’Italia, sarò in mezzo alle donne e agli uomini della Polizia di Stato di Corleone (Palermo). Li ringrazierò perché ogni giorno rischiano la loro vita per liberare la Sicilia e l’Italia dalla mafia.

Sarà l’occasione per inaugurare la nuova sede del Commissariato di Polizia, al cui ingresso verrà scoperta una targa che ricorda tutte le vittime di mafia e sarà di buon auspicio per le future battaglie.

Onorare il passato preparando un futuro migliore: questo faccio da uomo, da padre e da ministro.

Le polemiche le lascio volentieri agli altri.»


Chi sia il responsabile vero della serie di bestialità logiche e costituzionali espresse in questa dichiarazione non è da sapere, ma visto che Salvini se ne assume la paternità... perché negargliela?

Le bestialità scritte da Salvini, in base al suo - si fa per dire - ragionamento, partono dal fatto di considerare il concetto di liberazione come denominatore comune che ha lo stesso valore e lo stesso significato per chiunque operi per liberare qualcosa da qualcuno.

Quindi, in base alla logica di Salvini, se il 25 aprile è la Festa della Liberazione, allora è possibile celebrarla "in mezzo alle donne e agli uomini della Polizia di Stato di Corleone" per ringraziarli "perché ogni giorno rischiano la loro vita per liberare la Sicilia e l’Italia dalla mafia"!

Lasciando da parte i meriti di coloro che combattono la mafia, tirati in ballo loro malgrado dal confuso Matteo Salvini, sarebbe anche arrivato il momento che qualcuno spieghi all'uomo, al padre e al ministro che la Liberazione che si celebra il 25 aprile è quella dal nazifascismo e non volendolo commemorare non solo non si onora il passato, ma non si prepara neppure un futuro migliore.


Il Salvini trinitario, allo stesso tempo uomo, padre e ministro, è smemorato o semplicemente ignorante? Per evitare che questa possa diventare una "vexata quaestio", meglio allora eliminare qualsiasi dubbio e ricordare all'uomo, al padre e al ministro Salvini che cosa rappresenta il 25 aprile, Festa della Liberazione, e come si debba celebrare... con le parole dell'ANPI!


"Il 25 aprile è Festa nazionale. La Festa della Liberazione dell'Italia dal giogo nazi-fascista. Essa vedrà migliaia e migliaia di persone nelle piazze e nelle vie di tantissime città e paesi. Nessuno riuscirà a cancellarla.

Ci riferiamo, in particolare, a chi cerca di negarla, paragonandola ad uno scontro tra "fascisti e comunisti, mentre essa fu lotta vincitrice del popolo italiano contro il nazi-fascismo; a chi continua a gettare fango e fuoco sulla memoria delle partigiane e dei partigiani; a chi tenta con il solito argomentare razzista e ignorante di riportare l'orologio della storia al ventennio del criminale Benito Mussolini.

Il 25 aprile ricorda la vittoria degli ideali di libertà e democrazia che hanno spazzato via la dittatura. È il canto corale delle origini autentiche della nostra Repubblica. La maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani si riconosce con coscienza, fedeltà, entusiasmo e passione civile nella Festa della Liberazione. Saremo in piazza in tantissimi per ricordare che l'onore della Patria fu difeso dal suo popolo e per portare avanti ancora una volta gli ideali per cui lottarono i partigiani: un Mondo di Pace, più giusto e libero.

Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva l'Italia".