Il 9 dicembre 1974 moriva a Pavia lo scrittore Francesco Perri. A 50 anni dalla sua morte, per iniziativa dell'Associazione Culturale a lui intestata, a Careri, si è celebrata con i professori Mario Strati, Eleonora Bilotta, Francesco Rosa, Rino Caputo, Marina Formica, Daniela Perrone, Vito Pirruccio, Vito Teti e Domenico Minuto l'uomo e lo scrittore con un incontro di formazione, accreditato dal Miur, che ha offerto spunti di riflessione sulla Calabria e sul destino del suo territorio e del suo popolo; sulla scuola e sulla crisi del suo ruolo formativo delle giovani generazioni; sul significato della emigrazione di ieri e di oggi. L'Associazione ringrazia l'Amministrazione Comunale di Careri nella persona del Sindaco prof. Giuseppe Pipicella per il sostegno assicurato all'iniziativa e l'ospitalità riservata ai relatori.

Ma chi era Francesco Perri? E' stato una scrittore e giornalista italiano, convinto antifascista e meridionalista. Dopo la morte del padre Vincenzo che conciliava il lavoro nei propri campi con quello di speziale del paese e di accompagnatore del medico nelle visite agli ammalati, la madre Teresa Sciplini con grande sacrificio lo fece studiare presso il seminario vescovile di Geraci fino alla quarta ginnasiale però ha dovuto interrompere gli studi per una malattia (La febbre maltese) fu assistito e curato da un altro careroto illustre il Dottore Francesco La Cava. Appena ristabilitosi dalla malattia, un amico di famiglia gli procurò un posto di istitutore all'orfanotrofio Lanza di Reggio di Calabria, dove lavorava e si preparava per conseguire gli esami di licenza ginnasiale, che conseguì da privatista al liceo ginnasio Campanella. Nel 1908 si trasferì a Fossano in Piemonte, dopo aver vinto un concorso pubblico nell'amministrazione delle poste. Durante il periodo di lavoro a Fossano riprese gli studi e conseguì la maturità classica, pubblicò con lo pseudomino di Ferruccio Pandora il suo primo libro di poesie “Primi Canti 1910”. Nel 1914 si laureò in giurisprudenza all'Università di Torino, si scrisse successivamente alla facoltà di lettere all'Università di Pavia ma interruppe gli studi per lo scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1915 si sposò con Francesca Olocco e l'anno successivo parti come volontario per la guerra e raccontò la sua esperienza al fronte nel poemetto “La Rapsodia di Caporetto”. Nel 1921 ottenne il trasferimento in Calabria e nella sua terra natale partecipò alla vita politica con posizioni repubblicane e antifascista e come giornalista pubblicista scriveva per La Voce Repubblicana. Si battè per la concessione delle terre demaniali dell'Aspromonte ai contadini e, per la sua attività subì un processo intentatogli da alcuni latifondisti terrieri. Nel 1924 pubblico a puntate il romanzo “I Conquistatori”, l'opera provocò la reazione violenta dei fascisti per cui il volume venne bruciato pubblicamente nelle piazze e Francesco Perri venne licenziato dall'amministrazione delle poste . Privo di risorse finanziarie, Perri si trasferì a Milano, dove rimase fino alla liberazione vivendo di collaborazioni editoriali. Scrisse libri per ragazzi e romanzi rosa. Nel 1928 vinse il premio Mondadori con il romanzo Emigranti, nel 1958 vinse il premio Villa San Giovanni con l'Amante di zia Amalietta e nel 1966 il Bergamoto d'Oro. Nel corso della sua attività utilizzò vari pseudonimi quali: Ferruccio Pandora, Nepos, Ariel Pan, Paolo Albatrelli. Nel 1945 diresse a Genova “Il Tribuno del Popolo” di orientamento repubblicano e l'anno successivo a Roma “La Voce Repubblicana”, organo del Partito Repubblicano Italiano. Fu candidato nelle elezioni per l'assemblea costituente, ma non venne eletto per pochi voti. Riassunto dall'amministrazione delle poste, abbandonò l'attività politica e si trasferì dapprima a Pegli e successivamente a Pavia dove rimase fino alla morte.