Le Regioni e le aziende sanitarie sono ancora all' anno zero (o quasi) in fatto di trasparenza dei siti web su liste e tempi d' attesa nel Servizio sanitario nazionale.

In un decennio solo nove amministrazioni - 8 Regioni e la Provincia autonoma di Bolzano - hanno attivato portali interattivi sulla liste d' attesa e comunque nessuna fornisce tutte le informazioni utili e richieste dalla legge: sia i dati sulle performance regionali sia i tempi delle strutture per ciascuna prestazione, con indicazione della prima disponibilita' per il cittadino. A fare il punto e' la Fondazione Gimbe, che ha realizzato un monitoraggio indipendente sulla rendicontazione pubblica di tempi e liste.

Un obbligo gia' previsto dal Piano nazionale liste d' attesa 2010-2012 e confermato dall' ultimo Piano approvato a febbraio, ma rimasto per lo piu' sulla carta.La strada per introdurre più trasparenza nella gestione delle liste d'attesa è stata, dunque, intrapresa. Ma non sarà breve.

La rendicontazione relativa alle 43 prestazioni ambulatoriali per monitorare l'attuazione del Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d'Attesa (Pngla) 2010-2012, precisa il rapporto, "è ancora lontana da standard ottimali ed estremamente variabile tra le diverse Regioni, nonostante il netto miglioramento".

In particolare, 9 Regioni (PA di Bolzano, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d'Aosta) dispongono di portali interattivi. Ma dalla loro analisi "emerge la notevole eterogeneità di struttura e funzioni da cui deriva la differente utilità per l'informazione al cittadino".

C'è poi un altro gruppo di 8 regioni che forniscono alcune informazioni, ma non aggiornate (Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto).

Tre regioni (Campania, Sicilia, Umbria) rimandano ai siti web delle aziende sanitarie senza effettuare alcuna aggregazione dei dati e, infine, la Calabria, che non fornisce alcuna informazione sui tempi di attesa.