"Io non sopporto questo racconto per cui è tutto un mio problema personale. Non ho un problema personale, non mi sta antipatico Conte. Ho un problema con il futuro di questo Paese che non deve andare a carte 48". 

Questa l'ennesima, ripetuta, ossessiva e ossessionante dichiarazione di Matteo Renzi - stavolta rilasciata alla trasmissione dell'Annunziata su Rai 3 - per giustificare la crisi politica voluta a tutti i costi per ottenere un ruolo di maggior rilievo nell'assegnazione dei soldi del Recovery Fund... il segreto di Pulcinella di cui nessuno dei tanti giornalisti che lo intervistano gli chiede conto.

Nella stessa trasmissione, "Mezz'ora in più", è poi intervenuto il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, che si è ironicamente domandato:

"Non ho capito se avete invitato il fratello gemello di chi ha aperto una crisi in piena pandemia con Conte che aveva dichiarato la sua intenzione di aprire un tavolo per discutere appena due ore prima. Se invece era Renzi gli esprimo solidarietà per aver votato .... una compagine di governo così mediocre". 

Da capire se a Renzi, una volta aperta la crisi, fosse stato promesso un soccorso da terzi a supporto dell'iniziativa, poi venuto meno, o se questa sia stata "studiata" così come è avvenuta. Ad oggi non è possibile saperlo. Quello che però appare sempre più chiaro, man mano che le ore passano, è che i renziani sono rimasti con il classico cerino in mano.

E così, uno tra i più fidi pretoriani di Renzi, Ettore Rosato, dichiara: "Il presidente Conte, se vuole, la crisi la risolve oggi pomeriggio, non occorre neanche andare in aula. Se pensa di aver fatto tutto bene, allora si andrà avanti. Se pensa che ci sono sue responsabilità che è pronto a mettere sul tavolo in una riunione con la coalizione, allora i problemi si risolvono in due ore. Se invece c’è una chiusura vuol dire che ce li porteremo. Ma non mancheranno i nostri voti sui provvedimenti".

Una posizione sul filo del rasoio, né carne né pesce, con cui Italia Viva cerca di non bruciarsi i ponti alle spalle. Sarebbe infatti incomprensibile che Renzi intenda correre il rischio di elezioni anticipate. Il problema, però, è che i "giochini" di Renzi non sono più apprezzati, neppure dal Pd, con Nicola Zingaretti che, parlando alla direzione nazionale, ha già dichiarato l'indisponibilità del partito ad impegnarsi nuovamente con Italia Viva: 

"Troppa presunzione, venuta meno fiducia per lavorare insieme"..."In tutta onestà abbiamo fatto di tutto per scongiurare la crisi, non nascondendo i problemi ma incontrando gli alleati e ascoltano le ragioni di tutti. Fino all’ultimo istante abbiamo provato a mediare, è stata l’apertura della crisi che ha prodotto una grave frattura che noi non abbiamo voluto e abbiamo fatto di tutto per scongiurare.Una cosa è rilanciare, rinnovare e mettersi in discussione. Altra cosa è distruggere e avere un approccio liquidatorio. Se con presunzione non si rispettano le opinioni degli altri, viene meno la fiducia e il modo di lavorare insieme. Aprire una aprire una crisi al buio rappresenta l’opposto della volonta’ di migliorare l’azione di governo. E’ stata l’apertura della crisi a produrre una grave frattura. Noi non l’abbiamo voluta e abbiamo fatto di tutto per scongiurarla.Questo governo è un governo parlamentare, non è figlio di un diretto mandato elettorale. Quindi è il Parlamento che deve sancire o meno la fiducia. Ma è necessario rifiutare qualsiasi ipotesi di coinvolgimento con le forze di destra nazionaliste e populiste. È una strada non percorribile e non accettabile".

E visto che le cose non si mettono come previsto, alla Camera Italia Viva registra già le prime defezioni. Dopo quella di ieri di Vito De Filippo, oggi è la volta di Michela Rostan.

E l'isolamento di Renzi, a meno che non venga accolto nella coalizione di destra-centro, è ormai un fatto, come sancisce anche questa nota del Movimento 5 Stelle:

"In questo anno e mezzo di governo insieme, ci siamo trovati tante volte in situazione di distanza anche con altre forze politiche della coalizione, ma, con lealtà e correttezza, abbiamo reciprocamente lavorato per trovare una sintesi nell’interesse del Paese. E così facendo, abbiamo raggiunto risultati importanti. Anche nei momenti di difficoltà abbiamo trovato una compattezza probabilmente inaspettata per tutti.Nonostante questo, Matteo Renzi ha fatto una scelta molto grave che ha separato definitivamente le nostre strade, col gravissimo gesto del ritiro delle due Ministre. L’Italia paga per questa scelta anche in termini di credibilità internazionale.Ora si impone un dibattito parlamentare trasparente e costruttivo. E siamo fiduciosi che prevarrà l’interesse della Nazione".