Ieri il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, Oleksiy Danilov, in una intervista televisiva aveva minacciato la Russia affermando che Kiev, in caso di ulteriori attacchi contro il territorio ucraino, avrebbe iniziato a colpire il territorio russo... fino a Vladivostok.

Questa domenica è arrivata, su Telegram, la risposta del suo quasi omologo (in relazione all'incarico) sul fronte russo, Dmitry Medvedev:

"Il nostro nemico è trincerato <…> in Europa, Nord America, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e in tutti gli altri luoghi che hanno giurato fedeltà ai nazisti odierni. Ecco perché stiamo aumentando la produzione dei più potenti mezzi di distruzione, compresi quelli basati su nuovi principi".

Dopo le ormai consuete minacce di Medved, vale la pena riportare l'esito del colloquio telefonico, di queste ore, tra Putin e Erdogan. 

Nel resoconto che ne dà il Cremlino, si dà soprattutto risalto all'espansione della cooperazione bilaterale in vari campi tra le due nazioni, sottolineando il conseguente record del fatturato commerciale.

Poi i due leader hanno parlato dei progetti energetici congiunti, per fa sapere che sta andando avanti l'iniziativa di creare in Turchia un hub regionale per il gas.

Il colloquio ha anche preso in esame gli accordi di Istanbul del 22 luglio relativi all'esportazione di grano ucraino dai porti del Mar Nero. La Russia adesso vuole passare all'incasso e chiede, in base agli accordi, la rimozione dei vincoli sulle esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti russi.... "al fine di soddisfare le esigenze dei paesi più bisognosi", secondo il Cremlino.

Putin ha poi espresso le sue valutazioni sulla situazione in Ucraina, oltre a fare un "check" sul rispetto delle disposizioni del memorandum d'intesa russo-turco di Sochi del 2019 riguardo il nord della Siria, con i ministeri della Difesa e degli Esteri dei due Paesi che al riguardo manterranno contatti stretti.

Come dimostra il riassunto del colloquio, la Turchia, che russi e ucraini ringraziano entrambi per il ruolo svolto, sta sfruttando la guerra in corso per trarne i maggiori vantaggi possibili sul piano economico e politico, con la Svezia che ha iniziato a consegnare ad Ankara i rifugiati curdi.