Nella dichiarazione odierna all'Economist Sustainability Summit che aveva per argomento i cambiamenti climatici, la più importante da quella rilasciata in occasione della COP26 a Glasgow, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso tutta la sua preoccupazione in relazione al fatto che a causa della guerra in Ucraina i Paesi possano tornare a far ricorso persino all'uso del carbone per bilanciare la carenza delle fonti energetiche russe, rischiando di compromettere gli obiettivi di Parigi.

Gli scienziati ritengono che mantenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5° C in questo secolo sia fondamentale per limitare i danni causati dal riscaldamento globale, che altrimenti sarebbero irreversibili. Per raggiungere tale soglia, il ricorso al carbone deve essere dimezzato entro la fine di questo decennio. Invece, come sottolinea Guterres, adesso le emissioni potrebbero aumentare del 14%.

Questa è follia. La dipendenza dai combustibili fossili significa la morte per il pianeta e per chi vi abita. Per questo i paesi devono accelerare l'eliminazione graduale del carbone e di tutti i combustibili fossili,  attuando una transizione energetica rapida e sostenibile.

Guterres ha ricordato che le soluzioni alla crisi climatica si trovano principalmente nelle mani del gruppo G20, cioè delle nazioni più ricche, che producono circa l'80% delle emissioni globali. Mentre molti di quei paesi hanno compiuto passi importanti per ridurre le emissioni entro il 2030, ci sono delle resistenze da parte di alcuni, tra cui l'Australia.
 
Inoltre, entro il 2022,  i paesi più ricchi devono mantenere la loro ormai datata promessa di fornire 100 miliardi di dollari all'anno ai paesi in via di sviluppo per favorirne la transizione dalle fonti energetiche fossili a fonti energetiche sostenibili.