All'Aia, i leader della NATO hanno firmato un accordo che alza l'asticella della spesa militare: entro il 2035, ogni Stato membro dovrà destinare fino al 5% del proprio PIL alla difesa. Una decisione importante, definita da Donald Trump "una grande vittoria per la civiltà occidentale", ma che non ha mancato di sollevare polemiche e tensioni interne anche alla stessa Alleanza.

Il nuovo obiettivo, spinto con forza dal presidente USA dopo mesi di pressioni pubbliche e private, include un 3,5% destinato alla spesa base per la difesa e un ulteriore 1,5% per investimenti in infrastrutture e tecnologie collegate alla sicurezza. È una svolta storica, ma non tutti l'hanno digerita allo stesso modo.

La Spagna è stata tra i membri più critici... l'unico a dire il vero. Il ministro dell'Economia Carlos Cuerpo ha definito "fuorviante" il dibattito sulle percentuali, sottolineando lo sforzo già considerevole di Madrid per raggiungere il 2,1%. Il primo ministro Pedro Sanchez ha preso le distanze da questa decisione, e pur firmando la dichiarazione comune, si è però rifiutato di perseguire questo folle obiettivo.

Trump ha bollato così la scelta del premier spagnolo: "È terribile quello che ha fatto la Spagna: si rifiuta di pagare la sua quota. Faremo pagare a Madrid il doppio dell'accordo sui dazi". Una dichiarazione che conferma quanto sia confuso Trump, visto che i dazi li contratta con l'Ue e non con i singoli Paesi dell'Ue.

Anche Belgio e Slovacchia avevano espresso dubbi. Il premier belga Bart de Wever ha poi parlato di un obiettivo "difficile ma realistico", mentre il presidente slovacco Peter Pellegrini ha chiarito che Bratislava non avrebbe posto il veto, pur mantenendo riserve.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha approfittato del vertice per lanciare un monito a Trump, criticando duramente l'idea di rafforzare l'alleanza militare mentre si prepara una guerra commerciale con l'Unione Europea: "Non ha senso chiedere più spese militari e allo stesso tempo minacciare i nostri partner economici", ha dichiarato.

Curiosamente, il comunicato congiunto ha evitato di condannare apertamente l'invasione russa dell'Ucraina – un passo indietro rispetto all'anno precedente. Tuttavia, il Segretario Generale Mark Rutte - ormai un impiegato di secondo piano della Casa Bianca - ha ribadito il "ferreo impegno" al principio della difesa collettiva sancito dall'Articolo 5: "Nessuno dovrebbe dubitare della nostra determinazione. Questa è un'alleanza più forte, più equa, più letale".

A riprova del suo servilismo nei confronti dell'attuale amministrazione USA,  il Segretario Generale della NATO ha elogiato Trump per la gestione del conflitto Iran-Israele e ha persino minimizzato le sue uscite più colorite, descrivendolo come un "padre che a volte deve usare un linguaggio forte" in mezzo a bambini litigiosi. È incredibile il livello di umiliazione a cui certa gente è disposta ad arrivare!

Il vertice ha visto anche un faccia a faccia tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Trump ha promesso nuove difese aeree a Kiev e ha ammesso che il cessate il fuoco in Ucraina è "più difficile del previsto". Ha inoltre menzionato colloqui con Vladimir Putin, chiedendogli – testualmente – "di aiutarci con la Russia, non con l'Iran".

E Meloni? Per la premier, questo è stato un vertice importante per gli impegni che vengono assunti, impegni "significativi e sostenibili". Quelle approvate, ha detto, sono "spese necessarie per rafforzare la nostra difesa e la nostra sicurezza. Non toglieremo nemmeno un euro dalle priorità del governo e dei cittadini italiani".

In base a tali affermazioni, è evidente che la premier abbia più di qualche problema...

Uno, di certo, lo condivide - escluso Sanchez - con tutti quelli che hanno firmato l'accordo: la mancanza di logica e di materia grigia.

Infatti, nessuno di questi geni presenti all'Aia ha spiegato da chi dobbiamo difenderci. La Russia è la minaccia? Ma in Ucraina, usando le armi convenzionali, l'esercito russo è riuscito ad avanzare solo di pochi chilometri... in tre anni! Inoltre, se la minaccia russa è la minaccia nucleare, allora perché l'Europa si riarma con armi convenzionali? 

Quindi, già con queste premesse non si capisce perché impegnarsi a spendere il 5% del PIL per il riarmo! 

A questo punto qualcuno dirà che è una tassa dovuta perché gli stati Uniti non si ritirino dall'Europa. Ma lo farebbero davvero? Al cretino di turno - il cretino va citato perché è sempre pronto a sbucare dietro l'angolo - va ricordato che gli USA NON HANNO MAI DIFESO L'EUROPA, ma SOLO gli interessi americani in Europa! Che vuol dire? Che i militari USA non hanno alcun motivo per ritirarsi dall'Ue, perché a quel punto dovrebbero anche chiudere tutte le loro basi che servono non a difenderci, ma a ricordare a una parte di mondo - Russia, Medio Oriente, Nord Africa - che loro sono presenti e possono intervenire in qualunque istante... nell'imporre la volontà degli Stati Uniti a difesa dei propri interessi (commerciali, industriali, finanziari, minerari, marittimi... chi più ne ha più ne metta). 

Inoltre, l'altra follia su cui Meloni ha ovviamente sorvolato è come farà a non togliere nemmeno un euro dalle priorità del governo e dei cittadini italiani... a meno che, ad esempio, scuola e sanità non siano più una priorità. Già adesso il governo Meloni ha le pezze al... sedere, pertanto come farà, già per il prossimo anno, a trovare 40 miliardi da assegnare alla difesa? Figuriamoci se lo ha spiegato: non lo sa neppure lei e, quel che è peggio, è probabile che non sappia neppure che tale cifrà dovrà cacciarla a partire già dalla prossima manovra di bilancio! Auguri!

Per Elly Schlein, PD: "Giorgia Meloni non è in grado di dire una volta NO al suo amico Trump e fare i veri interessi dell'Italia..."
 


Anche Giuseppe Conte, M5S, ricorda agli italiani dove Meloni prenderà i soldi per compiacere Trump...


Il vero sovranista, cari (post) fascisti, a questo punto è Pedro Sanchez... prendete esempio!