Nel 2022 in Italia si sono registrati 721.974 decessi, circa 15.000 in più rispetto al 2021 (+2%). Un dato che conferma un trend ancora sopra la media pre-pandemica (637.198 nel biennio 2018-2019), ma che fotografa una situazione apparentemente stabile nel tasso di mortalità generale. In realtà, sotto la superficie, le variazioni per causa raccontano qualcosa di più complesso.


Malattie circolatorie e tumori: il peso delle solite note

Come da anni ormai, le principali cause di morte restano due: le malattie del sistema circolatorio (222.717 decessi) e i tumori (174.566). Questi due gruppi da soli sono responsabili di oltre il 55% dei decessi. Se i tumori mostrano una lieve flessione (-1,1%), le malattie circolatorie, e in particolare quelle ischemiche, restano una piaga costante.


Covid-19 cala, ma resta terza causa

Il Covid-19, con 51.630 decessi nel 2022, è in netto calo rispetto al 2021 (-34%) e al 2020 (-19%), ma resta ancora la terza causa di morte in Italia. Il tasso di mortalità legato al virus è sceso da 10,1 decessi per 10mila abitanti nel 2020 a 6,4 nel 2022, segnando una diminuzione del 36% in due anni. Tuttavia, tra gli ultraottantenni del Centro-Sud si registra un'anomalia: la mortalità per Covid-19 è aumentata lievemente. Una conferma che l’età avanzata resta un fattore di rischio critico, a prescindere dall’andamento generale.


Crescono le malattie respiratorie, le demenze e le infezioni

Nonostante la stabilità apparente del tasso generale, ci sono aumenti significativi in specifiche aree. Le malattie del sistema respiratorio, in particolare polmoniti e influenza, registrano un +23,8%, mentre le malattie infettive crescono del 14%. Le demenze, compreso l’Alzheimer, aumentano del 7,2%, segno di un invecchiamento demografico che non si può più ignorare. Anche le cause esterne di morte, come incidenti o infortuni, mostrano un aumento del 5,9%.


Tasso standardizzato: un dato che racconta di più

Per capire quanto l’invecchiamento influisca, si usa il tasso standardizzato di mortalità (che tiene conto della struttura per età della popolazione). Nel 2022 è di 90,4 morti ogni 10mila abitanti, praticamente identico al 2021 (89,9). Questo significa che l’aumento assoluto di decessi è dovuto più alla crescita della popolazione anziana che a un reale peggioramento delle condizioni sanitarie.


Donne in crescita, uomini in lieve calo

Nel confronto tra sessi, gli uomini continuano ad avere un tasso di mortalità più alto (111,3 ogni 10mila abitanti) rispetto alle donne (75,2), ma il gap si sta riducendo. La mortalità maschile è in leggero calo, mentre quella femminile è aumentata dell’1,8% rispetto al 2021.

Il Covid-19 ha colpito più duramente gli uomini, ma anche qui la forbice si sta chiudendo: nel 2020 il tasso era il doppio tra gli uomini rispetto alle donne (rapporto 2,1), mentre nel 2022 si è ridotto a 1,9. In numeri assoluti: 8,9 decessi ogni 10mila uomini contro 4,8 per le donne.

 
In sintesi

  • Il numero totale di morti aumenta, ma il tasso di mortalità resta stabile grazie al calcolo standardizzato.
  • Le malattie circolatorie e i tumori restano i killer principali.
  • Il Covid-19 arretra, ma non sparisce.
  • Aumentano le morti per infezioni, demenze e malattie respiratorie.
  • Le donne mostrano un peggioramento, mentre gli uomini sembrano in lieve ripresa, ma restano più esposti.

In un’Italia che invecchia, i numeri non mentono: la pressione sul sistema sanitario non è finita con la pandemia. Serve una strategia chiara su cronicità, prevenzione e gestione dell’età avanzata. I dati del 2022 lo dicono forte e chiaro.