Per ragioni diverse, Germania e Inghilterra - da sempre - si mantengono alla larga dall'esprimere giudizi su quanto avviene in Israele e in Palestina. Quindi, era inutile attendersi dai Governi di quei due Paesi qualcosa di diverso dall'assoluta indifferenza anche in occasione della decisione di Trump di spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme.

Non è stato così per altri Paesi come Francia e Canada che, pubblicamente, hanno espresso la loro contrarietà rispetto a tale scelta. Persino il Papa, in occasione dell'udienza del mercoledì, ha lanciato un appello perché gli Usa rivedano la decisione.

E l'Italia? In passato, sia la Democrazia Cristiana di Andreotti, sia il Partito Socialista di Craxi condividevano una politica estera, espressa anche ufficialmente dal Governo, comune ed autonoma dagli Usa nei confronti del medioriente. 

Adesso non è più così. Il Governo Renzi, prima, e quello Gentiloni, adesso, agiscono come servi sciocchi dei desiderata Usa e di quelli israeliani. Quasi sicuramente, sarebbe stato così anche se al Governo ci fosse stata una rappresentanza di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.

Da parte del premier Gentiloni e del ministro degli Esteri Alfano, nessun commento, nessun ammonimento, nessun appello in merito alla scelta di Trump, condannata - a livello internazionale - da chiunque abbia un minimo di buon senso.

L'Italia adesso silente, ha invece fatto festa e si è fatta sentire, Governo compreso, per gioire pochi giorni fa della "Grande Partenza" del prossimo Giro d'Italia (auguri a chi avrà il coraggio di prendervi parte) che prenderà il via con una breve tappa a cronometro che si correrà a Gerusalemme Ovest, per l'occasione ribattezzata Gerusalemme.

La scelta del Governo e della maggioranza di far finta di non vedere e di non esprimere giudizi su quanto sta accadendo in Israele è ancor più scandalosa, oltre che ridicola, se si pensa alle "isterie" del premier Renzi in relazione alla decisione dell'Unesco di indicare il nome arabo del sito relativo alla Spianata delle Moschee - che si trova a Gerusalemme Est - come quello ufficiale da utilizzare in futuro.

Perché nell'occasione l'Italia si astenne dall'esprimere la propria contrarietà, lo "statista" toscano richiamò all'ordine l'attuale ministro degli Esteri Gentiloni, oggi premier, affermando pubblicamente che alla prossima votazione l'Italia avrebbe votato contro tale scelta.

Evidentemente, da parte di Renzi e di Gentiloni vi è la convinzione che la Palestina sia di proprietà di Israele e che Israele, in funzione di ciò, possa fare quel che più gli aggrada... con il pieno appoggio degli Stati Uniti. Probabilmente è questa la convinzione dell'attuale Governo italiano. Ma se è così, perché non avere il coraggio di dirlo?