Un "election day" quello di martedì negli Stati Uniti dove si votava in quattro Stati: Kentucky, Virginia, Mississipi e New Jersey. Ad un anno dalle presidenziali, con la campagna elettorale per il 2020 già iniziata e con lo stesso Trump che si è speso per alcuni di candidati repubblicani in lizza, il voto di ieri non poteva non avere anche un riflesso "nazionale".

Per Trump, a parte il Mississipi, il cui governatore è rimasto ai repubblicani, è andata male. A parte il New Jersey il cui Parlamento è dato per scontato che rimarrà ai democratici, in Kentucky il nuovo governatore pare che sarà democratico, anche se il margine di voti che distanzia i due avversari è stretto e lo sfidante repubblicano non ha ancora ammesso la sconfitta in attesa del definitivo spoglio dei risultati, mentre in Virginia i dem hanno ottenuto il controllo dell'intero parlamento.

Nel 2016, alle ultime presidenziali, Trump aveva conseguito la maggioranza dei consensi in Kentucky, con almeno 30 punti di margine sulla Clinton. Per tale motivo, la (probabile) vittoria di Andy Beshear, il cui padre Steve è stato l'ultimo governatore democratico dello Stato, sul governatore repubblicano Matt Bevin, sostenuto pubblicamente da Trump in una manifestazione alla vigilia del voto, non è un bel segnale per l'attuale presidente Usa che comunque, su Twitter, ha dichiarato che la sua presenza ha aiutato Bevin a recuperare almeno 15 punti di distacco dal suo avversario e ad evitare così una sconfitta più dura.

Ma il risultato della Virginia è ancora più significativo perché i democratici hanno strappato il controllo di entrambe le camere ai repubblicani, ottenendo il controllo completo del governo statale per la prima volta da 25 anni a questa parte. Evidentemente a corto di argomenti, Trump, in questo caso, ha evitato di commentare.