Gli anfetaminici turbo ministri a 5 Stelle sono indaffaratissimi a lavorare per il popolo, a nome del popolo ed in favore del popolo. Mettono così tanto impegno in quello che fanno che, oltre a non avere il tempo per poter dormire, non hanno neppure quello per riflettere su ciò che sta accadendo... anche grazie a loro!

Prova a ricordarglielo, sicuramente inutilmente, la presidente nazionale dell'ANPI, Carla Nespolo con il seguente appello, fatto a seguito della notizia del provvedimento del Ministero dell'Interno per "sabotare" il modello Riace:

«Con l'ipotizzato spostamento di 200 migranti, il Ministro dell'interno Salvini consuma un ulteriore atto di violenza e vendetta nei confronti dell'esperienza di riuscita ed esemplare integrazione, attuata nel Comune di Riace.

L'intenzione, dopo l'assurdo arresto del Sindaco, è quella di mettere la parola fine a questa esperienza. L'indignazione è grande, ma dobbiamo prima di tutto chiederci: perché questo avviene?

Perché il Ministro dell'Interno, o riesce a cancellare Riace o la sua teoria immigrazione=delinquenza viene smentita.

Ma il ministro Salvini dimentica una cosa: Riace c'è già stata. È un modello di cui parla tutta Europa. Riace dimostra che non solo l'integrazione è possibile, ma benefica. Se un piccolo borgo spopolato ha potuto riprendere mestieri, scuole e lavoro, proprio grazie alle nuove energie dei migranti, Riace ha già vinto.

Oggi uniamo la nostra indignazione a quelle di tutti i democratici, esprimiamo la nostra fraterna solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano e alla sua giunta e intanto chiediamo a Luigi Di Maio e agli eletti del M5S di far sentire la propria voce su questa vicenda. No, cari amici 5stelle, non vale parlar d'altro.

Reddito di cittadinanza, riforma delle Pensioni e altro, sono obiettivi importantissimi. Ma anche Riace lo è. Con il suo carico di umanità sofferente e di speranza. Non girate lo sguardo da un' altra parte. Fermate Salvini.

Almeno per decenza, in una terra bella e difficile come la Calabria, ricordategli che è utile perseguire mafia e n'drangheta. Non un uomo onesto come Mimmo Lucano.»

Il problema, però, è che, come la storia insegna, «l'esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell'esercizio del potere», come alcuni giorni fa ha ricordato Mattarella agli studenti di alcune scolaresche ricevute al Quirinale.

Parole che avrebbero dovuto far riflettere molti dei componenti del Governo, ma che pare siano scivolate via, tanto da far credere che neppure siano state ascoltate.

Quindi, giusto e dovuto l'intervento, dell'ANPI, ma impossibile credere, purtroppo, che possa sortire un qualche effetto.