Conosciamo le statistiche sulle sparizioni nel corso degli anni, in Italia e all’estero: ce le offre il web, divise per sesso, età, etnia e altro ancora.

Perché si sparisca sarebbe un tema importante, da affrontare alla radice, ma praticamente nessuno lo fa. Per qualche particolare caso, anche di bambini, vedasi il nostro libro “Complottista io?” (Carmen Gueye, Eidon edizioni, e -book). Si considera evento/scomparsa, almeno per esperienza condivisa, il caso in cui la persona, in genere senza apparenti segnali di sorta, non rientri nella propria abitazione, non abbia portato con sé, il più delle volte, i suoi effetti ed eventuali farmaci necessari, non dia più segnali di vita, ivi compresi prelievi di denaro necessari al minimo vitale e naturalmente, non ne venga ritrovato il corpo senza vita.

Naturalmente non sempre ciò che sappiamo arriva da fonte affidabile: spesso, a parlare, sono proprio i sospettati delle strane scomparse e ricostruire diventa arduo.

Teniamo da parte le panoramiche straniere, segnatamente americane, che arrivano a noi con servizi suggestivi, ove di solito il malcapitato si mette in condizioni estreme ed è stato visto l’ultima volta vagabondare su una superstrada. Ci limitiamo a citare, uno per tutti, il curioso e drammatico caso del venticinquenne Brian Histand, scomparso nel maggio del 2013 nei pressi di Phoenix, Arizona. Era un giovane prestante e sportivo, campione di BMX, molto conosciuto nella comunità dei praticanti di questa disciplina, anche per la sua temerarietà: infatti era andato incontro a parecchi incidenti, con traumi in tutto il corpo, testa compresa. Il padre era un poliziotto. Brian, dato per disperso nella famosa serie “Disappeared”, fu  ritrovato due anni e mezzo dopo tra le montagne, morto misteriosamente forse di stenti, forse in stile “Into the Wild”.

Infatti il giovanotto, ambientalista rigoroso, trascorreva il tempo a raccogliere spazzatura dalle carreggiate e dai terreni circostanti, ma era stato visto anche gironzolare nudo. Molti pensarono che qualcuno dei violenti colpi riportati negli anni ( rifiutava il ricovero) gli avesse scombussolato l’equilibrio mentale. Segnaliamo che il papà compare in almeno un’altra puntata della serie, questa volta mentre a propria volta è alla ricerca di un'altra persona dileguatasi.


Troppo si è detto su Ylenia Carrisi e il suo fatale tuffo a New Orleans, presuntamente (secondo la legge) avvenuto il 31 dicembre 1993: confermiamo che non sembra tutto così chiaro, ma per come è finita legalmente, a tanto ci si deve attenere.

Torniamo dunque in Italia e offriamo una breve carrellata su alcuni casi,  trattati dai media meno di quelli più clamorosi degli ultimi anni ( di cui ci siamo occupati a parte, ma trattati dalla giustizia sostanzialmente come omicidi). Ovviamente non potremo essere esaustivi, ma quantomeno commemorativi di un disastro esistenziale che tende all’oblio, crediamo non sempre, o quasi mai, scelto dagli interessati. Parliamo più di donne, perché i casi maschili che riguardano giovani dati per turbolenti, uomini strozzati da debiti, o anziani in libera uscita vanno soggetti, da parte degli esperti, a un’analisi di tipo diverso e non necessariamente a indirizzo omicidiario (anche se non sempre noi siamo d’accordo). Si sono persi anche molti nomi non facilmente rinvenibili in web, tra essi signore forse sparite in qualche forno o altoforno, mentre, e qui iniziamo, non si sono più cercate Paola Costantini e Rosalia Molin, dissoltesi nella romantica cornice di Burano nel 1991. Nel 2014 si è tornati a parlare di loro, senza esiti concreti.

Cristina Golinucci è una giovane attivista cattolica di Ronta – Cesena, che il primo settembre 1992 parte con la sua Cinquecento, dicendo di recarsi presso il suo padre spirituale, dei Frati Minori Cappuccini, in una località poco fuori. Verrà trovata solo l’utilitaria posteggiata davanti al convento. Negli anni si è puntato il dito sugli extracomunitari ospitati dai monaci, ma è pur vero che una grande collaborazione alle ricerche non è arrivata quando doveva, dai religiosi.

Paolo Adinolfi è un magistrato conosciuto per la dirittura morale. Opera a Roma, nel settore fallimenti, è sposato, ha due figli e si occupa dell’anziana madre, ma il sabato 2 luglio 1994 esce dalla sua casa di Vigna Clara, adducendo commissioni da svolgere, e non vi rientra. In situazioni del genere è facile la tentazione di spulciare nelle indagini di cui l’inquirente si occupava. I familiari hanno sempre lamentato il disinteresse dei colleghi del giudice, ma quando va tutto a conto della Banda della Magliana, oggi, coglie un po’ di perplessità.

A lungo si è parlato di Torino come la città delle donne che scomparivano, quando poi in realtà accade ovunque: ma se la location è attorno alla Mole, attira sempre parlare della vocazione occultista della città e immaginare strani riti, che solo in quell’area sarebbero accentuati. Poiché per Marina di Modica, quarantenne svanita nel 1996, si è svolto un processo e c’è un condannato, ricordiamo brevemente l’italo somala Camilla Bini, trentaquattro anni, che conosceva lo stesso uomo processato come omicida di Marina,  per essere una sua dipendente nel più noto negozio filatelico torinese: sparizione nel 1989, nessuna notizia.

Paola Taglialatela, diciassettenne in crisi, viene vista l’ultima volta a Nichelino il 16 novembre 1994.

Letizia Teglia, ipovedente grave, si aggira per l’ospedale di Rivoli, a seguito di strane storie su eventuale gravidanza e incerto padre, il 30 agosto 1995, prima che si perdano le sue tracce.

Mariangela Corradin, detta Carmen, l’11 agosto 1995, non sembra in effetti attraversare un periodo felice, tanto da preparare un trasloco dal capoluogo a Corio, per contrasti col suo convivente e padre del terzo figlio. Tutto ciò che resta di lei è una sigaretta che si consuma, il ferro da stiro ancora caldo e le sue cose personali non portate via. I due figli di primo letto,non rassegnati, nel 2020 sono riusciti farsi ascoltare in televisione, ma tutto il resto tace.

Usciamo dal Piemonte. Isabel Mora Martin è una signora spagnola, moglie in crisi di un italiano, due figli, residente ad Appiano Gentile. Sua sorella, anch’ella coniugata nel nostro paese, la cercò subito, da quel 17 luglio 1991, in cui la donna avrebbe dovuto recarsi all’amata balera con nuovi amici: una nuova vita che non piaceva al marito, ma la storia finì nel nulla e nel 2012 è stata dichiarata la morte presunta.

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