Nel pomeriggio, da Villa Firenze, residenza dell'Ambasciatore italiano a Washington, il ministro dell'Interno Salvini ha allargato il confine del discredito e del ridicolo raggiunto dal cosiddetto Governo del cambiamento.

Nella conferenza stampa, il ministro dell'Interno ha detto di aver parlato con il segretario di Stato Usa su questioni di politica internazionale, ribadendo di concordare su tutte quelle che sono le posizioni degli Stati Uniti... rapporti con la Cina compresi.

L'Italia, si sa, ha formalizzato un'intesa con Pechino sulla cosiddetta via della seta... business is business ha detto Salvini, ma fino ad un certo punto!


Facendo le veci del ministro degli Esteri e del presidente del Consiglio, il segretario della Lega ha detto a Mike Pompeo che "l'Italia è il primo, più credibile, più solido, ecc., interlocutore degli Usa nell'Unione europea", condividendo le preoccupazioni dell'amministrazione Usa, oltre che nei confronti della Cina, anche nei confronti dell'Iran: "La posizione del'Italia con l'Iran è già cambiata. Nessuno si può permettere di dire di voler cancellare uno stato dalla faccia dalla terra, come Israele, e avere relazioni normali".

Inoltre, Salvini ha anche anticipato, stavolta facendo le veci del ministro Tria, i temi economici che più tardi affronterà con il vice presidente Pence, annunciando che l'Italia si appresta a "trattare con l'Unione europea da pari a pari senza timori reverenziali".

Naturalmente, quelle riportate da Salvini sono sue posizioni personali non concordate in precedenza né con gli alleati della maggioranza, né con i ministri del Governo, senza neppure averne informato il Parlamento. Nulla di male... se non avesse detto di aver parlato a nome dell'Italia.

E per i 5 Stelle e per il presidente del Consiglio Conte tutto questo è da considerare normale?