Nessuno è stato mai così brutale, così cinico, così spregiudicato come lui... Queste parole sono state usate per descrivere il modo di agire in politica del ministro della Mala Vita.

Si sta parlando di Matteo Salvini naturalmente... penserà qualcuno. E invece no. Il ministro della Mala Vita era Giovanni Giolitti e quella espressione venne coniata apposta per lui da Gaetano Salvemini.

Siamo agli inizi del '900 e Giolitti alternò a più riprese la sua partecipazione ai governi del tempo sia come presidente del Consiglio che come ministro dell'Interno.

Salvemini accusava l'allora presidente del Consiglio Giolitti di mantenere volutamente il Mezzogiorno d’Italia in condizione di grande
arretratezza, e prima di tutto in politica, praticando senza scrupoli brogli e violenze elettorali, pur di legare a sé i deputati meridionali.

«Nessuno è stato mai così brutale, così cinico, così spregiudicato come lui nel fondare la propria potenza politica sull’asservimento, sul pervertimento, sul disprezzo del Mezzogiorno d’Italia - scriveva Salvemini; - nessuno ha fatto un uso più sistematico e più sfacciato nelle elezioni del Mezzogiorno di ogni sorta di violenze e reati.»

Per questo Salvemini chiamò Giolitti il ministro della Mala Vita.


Un'espressione che di recente è tornata di nuovo alla ribalta, dopo poco più di cento anni, ed è stata usata probabilmente non casualmente, ricordandosi di Salvemini, al ministro dell'Interno Salvini.

Il ministro Salvini per questo ha annunciato via social di aver querelato Saviano: «Accetto ogni critica, ma non permetto a nessuno di dire che io aiuto la mafia, una merda che combatto con tutte le mie forze, o di dire che sono felice se muore un bambino. Quando è troppo, è troppo.»



La replica di Saviano non è tardata e, puntualmente, è stata postata anche in questo caso via social... ormai usa così.

«Il Ministro della Mala Vita si è deciso a querelarmi. ... Oggi non bisogna arretrare di un passo davanti a un potere che ha il terrore delle voci critiche, che ha il terrore dei testimoni oculari delle nefandezze che si consumano ogni giorno nel Mediterraneo e, in definitiva, ha il terrore di chi ogni giorno afferma con forza che incutere paura è l'arma nelle mani di chi vuole restringere le libertà personali.

Non l'ho mai fatto, ma vi chiedo di essere oggi con me in questa battaglia: dietro l'angolo c'è la Russia di Vladimir Putin, modello del ministro della Mala Vita che, come è noto, ha spesso portato alle estreme conseguenze il contrasto al dissenso.

Tocca agli uomini di buona volontà prendersi per mano e resistere all'avanzata dell'autoritarismo. Anche di quello che, per fare più paura, usa la carta intestata di un Ministero, impegnando l'intero Governo contro uno scrittore. E sono sicuro che in questo “governo del non cambiamento” nessuno fiaterà, aggrappati come sono tutti al potere.
Io non ho paura.»



Come si può vedere, la storia, se proprio non si può dire che si ripete, di certo si ripropone usando pure lo stesso linguaggio. La differenza sostanziale, e purtroppo in senso peggiorativo, è che Salvini non è di certo paragonabile a Giolitti e Saviano a Salvemini.