Un inceneritore da 600.000 tonnellate ha fatto vibrare un qualche residuo ancestrale dei 5 Stelle che, un po' per cavalcare l'onda e un po' forse per salvare in parte la faccia, sembra essere d'accordo per un referendum che ne vieti la costruzione.
Il minimo, secondo me, che una "nuova formazione politica", che nulla ha a che vedere con il vecchio Movimento 5 Stelle, potesse fare. Sono troppi i sorrisi e le barzellette che devono subire quando raccontano del no Tap che oggi, secondo alcuni, sarebbe stata una cretinata dei tempi. Quello che sorprende è che proprio i 5 Stelle, quelli dell'uno vale uno, dell'acqua pubblica, del non consumo del territorio, del no a trivellazioni, aeroporti, ecc. oggi, alleati del pd (i vecchi odiati pdioti) sembrano tutti allineati. In riga quasi tutti come soldatini di piombo, tra l'altro metallo tossico, e come generale un paracadutato dall'alto senza fede e senza neppure una storia all'interno del Movimento.
Comunque, almeno nel caso dell'inceneritore di Roma non hanno fatto la squallida fine dell'aeroporto Costa D'Amalfi di Salerno, così sponsorizzato dai duri e puri grillini campani, o quella dei vicini di Taranto per quanto riguarda la ex Ilva o peggio della Terra dei fuochi dove hanno "rubato" voti a tutti gli oggi increduli attivisti di un tempo.
Saranno tutti e certamente voti persi per le prossime, anche se alla fine si sa già come finirà la storia, con i seggi blindati per i soliti di cui si può già scrivere i nomi. Turisti per caso, portati a Roma per sbaglio e con la valigia di cartone , da noi tanti che li sostenemmo nel 2012. Ma se la storia avrà un seguito che sia quella giusta come si augurano i tanti delusi. Il M5s oggi si regge sul reddito di cittadinanza e sugli "oboli distribuiti". Diciamoci la verità molti di quei voti sono dovuti all'assinstenzialismo che hanno dato spesso anche ad imbroglioni. " Abbiamo eliminato la povertà... disse qualcuno... ma certamente la loro, considerato i redditi a volte inesistenti che hanno preceduto il loro ingresso in Parlamento.
Sabato scorso a Santa Palomba, a Roma, Virginia Raggi ha presenziato ad un banchetto per la raccolta firme e al presidio per dire Sì alla transizione ecologica e No all'inceneritore.
Un referendum consultivo per coinvolgere i cittadini romani sulla scelta del termovalorizzatore. Questa la proposta lanciata dai Radicali italiani al sindaco della Capitale che incassa l'ok di M5S."A Gualtieri chiediamo di consultare la città sul termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue attraverso un referendum consultivo perchè la storia ci insegna che senza consenso popolare nessun impianto può essere costruito. Con una legittimazione popolare tutto sarebbe più semplice", spiega Massimiliano Iervolino segretario dei Radicali italiani. "Non possiamo permetterci altri 5 anni di immobilismo" per questo "chiediamo di convocare referendum consultivo per aprire un dibattito in città. Se dovesse vincere gli eviterebbe critiche, perché avrebbe legittimazione popolare", ha aggiunto Iervolino."Condivido l'idea di coinvolgere la cittadinanza non solo per testare l'effettivo consenso sull'ipotesi di un inceneritore a Roma", ha detto Roberta Lombardi, assessora M5S alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio. L'assessora pentastellata, inizialmente a capo del fronte del no e ora la più aperta al dialogo con il sindaco, oggi ha sottolineato che il referendum non si deve tradurre "in un mero 'aut aut', nella forma assolutistica 'inceneritore si'-inceneritore no'" ma deve avere "una funzione consultiva che dia la possibilità alle persone di esprimersi anche su una molteplicità di aspetti, come ad esempio il tipo di tecnologie disponibili e più idonee al raggiungimento degli obiettivi Ue di raccolta differenziata e di standard competitivi in fatto di economia circolare".
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