La sinistra italiana si è rinchiusa nella zona ZTL che la isola dalle reali necessità del paese. Un’area elitaria, lontana dal ceto medio, dai lavoratori e dalle famiglie italiane che faticano ogni giorno per arrivare a fine mese. Questo isolamento è sempre più evidente nelle recenti azioni e proposte della classe dirigente di centrosinistra, come nel caso emblematico della reazione di Romano Prodi ad una semplice domanda di una giornalista. La domanda riguardava un’opinione su una frase contenuta nel Manifesto di Ventotene, ma la risposta dell’ex premier è stata scomposta, maleducata e violenta, culminata con il gesto di tirare per i capelli la giornalista. Un episodio che ha suscitato indignazione, ma soprattutto una riflessione: cosa sarebbe successo se quella domanda fosse stata fatta da un giornalista maschio? Un episodio che evidenzia non solo la distanza della sinistra dalla gente, ma anche la sua incapacità di rispondere con lucidità e rispetto alle legittime domande della società.

Se la reazione di Prodi ci ha sconcertati, la risposta della sinistra a temi sociali e politici sembra ormai ridursi a un mantra vuoto, privo di concretezza. Quando si affrontano i veri problemi quotidiani degli italiani, come la disoccupazione, il caro vita e la crisi economica, la sinistra risponde con soluzioni che sembrano più voler “cambiare il nome” delle difficoltà piuttosto che affrontarle direttamente per cercare di risolverle.

Prendiamo, ad esempio, la proposta di legge avanzata da Dario Franceschini, uno dei principali esponenti della sinistra, che prevede di dare ai figli solo il cognome della madre. Secondo i suoi sostenitori, questa misura servirebbe a “superare il patriarcato” e a correggere un’ingiustizia storica, facendo prevalere il nome della madre su quello del padre. Certo, la parità di genere è un tema fondamentale, ma è davvero questa la priorità per le famiglie italiane? È questo il cambiamento che la sinistra vuole offrire ai cittadini? Sembra che la politica di sinistra abbia perso di vista le vere necessità quotidiane dei cittadini, rimanendo intrappolata in battaglie ideologiche, come l’antifascismo, che appaiono lontane dalla realtà. In un paese che sta affrontando difficoltà economiche enormi, dove i lavoratori sono spesso costretti a fare i conti con salari bassi e il caro vita, la proposta di Franceschini appare come una distrazione, un tentativo di spostare l’attenzione su temi che, pur essendo rilevanti, non rispondono alle urgenze immediate della popolazione.

La sinistra sembra sempre più distante dalle vere istanze dei cittadini, quelli che non vivono nel lusso delle ZTL intellettuali, ma nelle periferie e nei quartieri popolari, dove la preoccupazione principale riguarda il lavoro, la sicurezza, l’accesso ai servizi e la possibilità di vivere dignitosamente. Invece di concentrarsi su questi temi concreti, la sinistra si rifugia in soluzioni simboliche e palliative che non affrontano la realtà.

Così, mentre la sinistra è impegnata a “cambiare il nome” a tutto, il paese continua a soffrire. Proposte come quella di Franceschini, che mettono il cognome della madre al centro del dibattito pubblico, appaiono come risposte superficiali a problemi ben più complessi. Eppure, nella zona ZTL della politica, tutto ciò sembra essere sufficiente per alimentare il dibattito pubblico, mentre le vere esigenze degli italiani restano in secondo piano.

La sinistra sembra aver perso ogni contatto con la quotidianità della gente. Non si tratta più di proporre soluzioni pratiche per migliorare le condizioni di vita, ma di continuare a scrivere leggi che sembrano rispondere più a logiche di immagine e consenso intellettuale che alle reali necessità della popolazione. I cittadini chiedono a gran voce un ritorno alla concretezza e alla capacità di ascoltare i bisogni reali, quelli che non si trovano nei salotti bene e nei palazzi romani del potere, ma nelle case e nelle strade di tutta Italia.

Ma purtroppo questa è la sinistra: messa davanti ad un problema crede di poterlo risolvere cambiandogli il nome. Ma almeno con questa proposta di legge ha fatto un passo avanti, è passata al cognome!