Nel panorama europeo e italiano, i bus articolati di 18 metri con quattro porte sono ormai uno standard, permettendo un flusso più rapido dei passeggeri e una gestione efficiente dei tempi di sosta.
Roma, tuttavia, si distingue per una scelta singolare: i suoi autobus snodati sono dotati di sole tre porte. Una decisione che ha suscitato perplessità e sollevato interrogativi tra addetti ai lavori e cittadini.
Questa configurazione a tre porte risulta limitante soprattutto nelle ore di punta, quando la frequenza e la capienza del servizio sono messe alla prova. Con una porta in meno, infatti, i tempi di salita e discesa dei passeggeri si allungano, causando ritardi e creando disagi tanto per chi viaggia quanto per chi opera nel settore.
Eppure, le esperienze di altre grandi città, come Milano e Torino, dimostrano come la presenza della quarta porta possa migliorare sensibilmente l’efficienza del servizio.
Quali sono le ragioni di questa scelta in controtendenza? È una questione di costi o esistono altre considerazioni operative?
Approfondire queste scelte potrebbe rivelare spunti interessanti per il futuro del trasporto pubblico romano.