È durata tre ore l'udienza a Saipan, in cui Assange si è dichiarato colpevole del reato di aver divulgato documenti riservati della difesa nazionale, aggiungendo però di aver creduto che il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che protegge la libertà di parola, gli garantisse di poterlo fare:

"Agendo come giornalista - ha affermato Assange durante l'udienza - ho incoraggiato la mia fonte a fornire informazioni che si diceva fossero riservate per poterle pubblicare. Credevo che il Primo Emendamento proteggesse quell'attività, ma accetto che fosse... una violazione dello statuto sullo spionaggio."

A seguito della sua ammissione di colpa, il giudice capo distrettuale degli Stati Uniti, Ramona V. Manglona, ha accettato la sua dichiarazione di colpevolezza, sottolineando che il governo degli Stati Uniti ha fatto sapere che non c'erano state vittime a causa di quanto pubblicato da Assange.
Inoltre, ricordando che aveva già scontato la pena in una prigione britannica, il giudice ha augurato anticipatamente ad Assange, che compirà 53 anni il prossimo 3 luglio.

Una volta ufficializzata la sua libertà, dopo una battaglia legale durata 14 anni, Assange ha ripreso il suo viaggio verso l'Australia con un jet privato che è atterrato all'aeroporto di Canberra poco dopo le 19:30 ora locale, accolto praticamente da eroe.

All'aeroporto Assange ha abbracciato i suoi familiari ad iniziare dalla moglie Stella e ha parlato telefonicamente anche con il premier australiano Anthony Albanese, che da anni fa pressione per la sua liberazione.



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