Così il senatore Gregorio De Falco, uomo di mare ed ex membro del gruppo 5 Stelle - espulso dal Movimento per il "reato" di coererenza - ha introdotto il decreto sicurezza bis che verrà discusso e votato al Senato tra lunedì e martedì di questa settimana:
«L’approvazione del decreto "sicurezza bis", misura bandiera dei leghisti, decreterà la fine politica del Movimento 5 Stelle.Il Movimento è nato sulla base di valori etici nobili ed universali, quali quel "nessuno deve rimanere indietro", che esprimeva umanità, solidarietà e rispetto per l'uomo, considerato fine di ogni cosa.Il Movimento si sarebbe dovuto opporre con tutte le proprie forze a misure così vergognose, che "criminalizzano" il soccorso in mare, che rendono la vita umana non più un bene da proteggere e preservare, ma un privilegio.Non si parla qui di accoglienza, sia chiaro, ma di soccorso della vita, ovvero il gesto che tutti vorremmo fosse compiuto nei nostri confronti qualora noi stessi o i nostri cari ci trovassimo in analoga situazione di pericolo.È davvero difficile immaginare una normativa più incivile di questo decreto e ciascun senatore del Movimento dovrebbe riuscire a trovare nella propria coscienza il coraggio della dignità per opporsi con un chiaro voto contrario.Non c'è più lo spazio politico per un garbato dissenso e non ce n'è più il tempo: l'ebrezza del potere sta diventando incontenibile e tende a far divenire irrilevante ogni possibilità di erigere un argine».
Nell'Aula del Senato, illustrando la pregiudiziale del proprio gruppo al decreto sicurezza bis, la Senatrice De Petris ha fatto presente, non solo i problemi di disumanità sopra citati (tra l'altro in contrasto con normative di carattere internazionale), ma anche l'evidente incostituzionalità del testo, in base all'articolo 95 della Costituzione in cui si dice chiaramente che "il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri".
Nel decreto sicurezza bis, che cerca di istituzionalizzare quello che già si faceva intendere nella sua prima stesura, il presidente del Consiglio prende atto di ciò che decide il ministro dell'Interno. E questa non è un'interpretazione, ma un dato di fatto, di cui non si comprende come il presidente della Repubblica non possa averne tenuto conto, approvandolo e consentendone la messa in atto per 60 giorni.
Alle pregiudiziali illustrate in Aula al Senato, al decreto sicurezza bis si aggiungono anche quelle via social racchiuse nell'hashtag #SuLaTestaGRILLINI, una sorta di lista del ridicolo per il movimento monarchico assolutista guidato da Luigi Di Maio, che è ben riassunta da questo commento:
"Avete tradito le persone che ci credevano.
Rappresentate una srl, non gli italiani.
Siete diventati voi i taxi della disumanità e di un governo raccapricciante.
Ma, oltre dell'attaccamento a soldi e poltrona, la coscienza vi è rimasta?"
I 5 Stelle evitano di parlare dell'argomento, e come dei beoti, sui loro canali web parlano delle bellissime leggi da loro fatte e da quelle che faranno, mentre ogni giorno vengono presi a calci nei denti dal loro alleato, la Lega, e dal suo segretario, Salvini, che, senza preoccuparsene più di tanto deride i grillini e minaccia crisi di Governo a breve, se quanto lui vuole non verrà approvato.
Per l'appunto, martedì si voterà al Senato il decreto sicurezza bis e i 5 Stelle si apprestano, salvo sorprese e "malpancisti", ad approvare l'ennesimo provvedimento inutile e dannoso, necessario solo a supportare la propaganda leghista.
Poi ci sarà anche la mozione Tav. In quel caso, però, i 5 Stelle voteranno necessariamente contro l'alleato, contro il premier e contro il loro stesso Governo, decretandone implicitamente e tecnicamente lo stato di crisi. Da vedere se Matteo Salvini avrà interesse di cogliere la palla al balzo e decidere di andare al voto.
È chiaro a tutti - l'unico che sembra non essersene accorto è lo sprovvedutissimo Di Maio - che Salvini attende solo il momento propizio per liberarsi dei 5 Stelle. Da vedere solo quando riterrà opportuno, per lui, farlo.