Domenica la premier Meloni si è recata di nuovo in Tunisia, stavolta accompagnata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e dal Primo Ministro del Regno dei Paesi Bassi, Mark Rutte.
Veniamo alle dichiarazioni ufficiali con cui è stata spiegata e commentata la visita.
Questa è quella di Giorgia Meloni:
"Concordo pienamente con quello che diceva la Presidente von der Leyen, che voglio ringraziare molto per il suo instancabile lavoro. Sono passati appena 5 giorni dal mio viaggio in Tunisia, siamo già riusciti a ottenere un importante risultato oggi, e davvero voglio ringraziare tutti. Il risultato di oggi è anche frutto del lavoro diplomatico fatto dal Governo italiano, chiaramente ne sono lieta.Siamo molto contenti di questa Dichiarazione congiunta firmata tra Unione europea e Tunisia: è un primo passo importante verso la creazione di un vero e proprio partenariato con l'Unione europea che possa affrontare in maniera integrata tanto la crisi migratoria quanto il tema dello sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo.Abbiamo un’importante finestra di opportunità da qui alla fine del mese, quando si svolgerà il Consiglio europeo: vogliamo continuare a lavorare tutti sodo per arrivare in quella data con un memorandum già siglato tra Unione europea e Tunisia. A seguito di questo, Roma e l'Italia saranno pronte a organizzare la Conferenza internazionale sulla migrazione e lo sviluppo, della quale abbiamo parlato con il Presidente Saied, che è un’ulteriore tappa di questo percorso.Chiaramente questo lavoro è anche propedeutico per riuscire a fare passi avanti nell’importante accordo tra la Tunisia e il Fondo Monetario Internazionale".
Questa è quella di Ursula von der Leyen:
"Siamo qui come Team Europa. Vogliamo segnare una tappa importante nel rapporto tra la Tunisia e l'Unione Europea. La Tunisia è un partner che stimiamo molto nell'Unione europea. E questo è dimostrato dal fatto che noi tre siamo qui insieme a Tunisi, dalla gentile ospitalità che abbiamo ricevuto e dai buoni colloqui con il Presidente Saied. Con la Tunisia condividiamo molto più della vicinanza geografica, condividiamo una storia. Dal 2011 l'Unione europea sostiene il cammino democratico della Tunisia. È una strada lunga, a volte difficile. Ma queste difficoltà possono essere superate. Sullo sfondo delle incertezze globali, è nostro comune interesse rafforzare le nostre relazioni e investire nella stabilità e nella prosperità. Questo è il motivo per cui siamo qui, ed è per questo che stiamo lavorando con la Tunisia su un pacchetto globale. Questo pacchetto si basa su cinque pilastri.Il primo pilastro è lo sviluppo economico. Sosterremo la Tunisia per rafforzare la sua economia. La Commissione europea sta valutando l'assistenza macrofinanziaria non appena sarà trovato l'accordo necessario. Siamo pronti a mobilitare fino a 900 milioni di euro per questo scopo. E come passo immediato, potremmo fornire altri 150 milioni di euro di sostegno al bilancio.Il secondo pilastro sono gli investimenti e il commercio. L'UE è il principale investitore straniero e partner commerciale della Tunisia. E noi proponiamo di andare oltre. Vorremmo modernizzare il nostro attuale accordo commerciale. C'è molto potenziale per creare posti di lavoro e stimolare la crescita qui in Tunisia. Un focus importante per i nostri investimenti è il settore digitale. Abbiamo già una buona base. Il nostro progetto di punta, il cavo sottomarino Medusa, collegherà le due sponde del Mediterraneo. Il cavo Medusa sta portando la banda larga ad alta velocità nella regione, un vero e proprio ponte digitale che entro il 2025 collegherà 11 Paesi del Mediterraneo. Insieme alla Banca europea per gli investimenti, stiamo investendo 150 milioni di euro in questo progetto.La più grande area di investimento che vediamo è l'energia. Questo è il nostro terzo pilastro. L'energia è un'area vantaggiosa per tutti. La Tunisia sta cercando di sfruttare il suo enorme potenziale per le energie rinnovabili. E l'Unione europea ha bisogno di fornitori affidabili di energia pulita mentre stiamo elettrizzando la nostra intera economia. Pertanto, dobbiamo investire nelle nostre infrastrutture in modo che la Tunisia possa esportare energia pulita in Europa. Una tappa importante in questo viaggio è l'interconnessione ELMED, un cavo elettrico sottomarino che collega la Tunisia all'Italia. L'Unione europea sta investendo più di 300 milioni di euro nell'interconnessione ELMED. Questa è una grande notizia per la Tunisia e l'Europa. In autunno, proponiamo di organizzare insieme un forum sugli investimenti per portare maggiori investimenti privati nel settore delle rinnovabili in Tunisia, compreso l'idrogeno. Per mettere tutto questo in una tabella di marcia comune,Il quarto pilastro è la migrazione. Entrambi abbiamo interesse a rompere il cinico modello di business del contrabbandiere. È orribile vedere come rischiano deliberatamente vite umane a scopo di lucro. Lavoreremo insieme su un partenariato operativo contro il contrabbando. E sosterremo la Tunisia nella gestione delle frontiere. Quest'anno l'UE fornirà alla Tunisia 100 milioni di euro per la gestione delle frontiere, ma anche per la ricerca e il soccorso, la lotta al contrabbando e il rimpatrio. L'obiettivo è sostenere una politica migratoria olistica radicata nel rispetto dei diritti umani.Il quinto e molto importante pilastro riguarda i contatti interpersonali. La Tunisia ha una popolazione giovane e vivace. E dovremmo fare di tutto per riunire le persone. Creeremo una finestra per la Tunisia nel programma Erasmus+ del valore di 10 milioni di euro per sostenere lo scambio di studenti. E istituiremo "Talent Partnerships" per offrire ai giovani tunisini l'opportunità di studiare, lavorare o formarsi nell'UE. Svilupperanno nuove competenze utili per modernizzare l'economia tunisina. C'è molto lavoro davanti a noi. Ho chiesto al Commissario Várhelyi di portare avanti questo lavoro".
Che cosa nascondono le dichiarazioni, ipocrite, di Meloni e von der Leyen? Uno scambio commerciale sulla pelle dei migranti. In Gran Bretagna adesso hanno iniziato a deportare i migranti in Ruanda. Prendendo spunto da questa iniziativa e da quanto fatto dall'Ue con il precedente accordo con la Turchia, l'idea della Meloni, supportata dalla Commissione dai Paesi membri (come testimoniano le presenze di von der Leyen e Rutte) è quella di convincere il "dittatore" Kais Saied, perché questo è l'attuale presidente tunisino, a farsi carico dei migranti che provengono dall'Africa occidentale e centrale e a riprendersi parte di quelli già sbarcati in Italia... oltre ai non tunisini, s'intende.
In cambio di che cosa? Di promesse e soldi. Le promesse sono quelle vagheggiate nel "partenariato", i soldi sono quelli che l'Ue è disposta a dare e a far avere a Tunisi, mettendo una buona parola (e probabilmente qualche forma di garanzia) con il Fondo Monetario Internazionale.
Naturalmente, la fuffa delle dichiarazioni serve a mascherare questa immondizia, visto che la Tunisia è tutt'altro che un luogo sicuro per i migranti come dimostrano gli attuali centri di detenzione a Sfax, la città tunisina da tempo divenuta il principale punto di partenza dei barconi che attraversano il Mediterraneo centrale.
Adesso, non resta da vedere come questo mercato evolverà nel concreto. Ieri il presidente tunisino in visita a Sfax aveva dichiarato:
"La Tunisia non farà mai da guardia di frontiera. ... Siamo tutti africani. Questi migranti sono nostri fratelli e li rispettiamo, ma la situazione in Tunisia non è normale e dobbiamo porre fine a questo problema. Rifiutiamo qualsiasi trattamento disumano di questi migranti che sono vittime di un ordine mondiale che li considera come numeri e non come esseri umani, ma l’intervento su questo fenomeno deve essere umanitario e collettivo, nel quadro della legge".
Quello che stona in tutto questo è che l'Europa pretenda di essere faro di democrazia e di diritti.