Il Consiglio dei Ministri che si terrà nel tardo pomeriggio di giovedì si occuperà, tra le altre cose, di Giustizia, annunciando modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e all'Ordinamento giudiziario.
Per introdurre le novità, il ministro della Giustizia Nordio ha rilasciato un'intervista a Sky in cui ha annunciato i punti principali su cui intende metter mano, iniziando dalle intercettazioni telefoniche, le cui procedure saranno modificate "per la tutela delle persone".
"Si amplieranno - ha proseguito - anche i limiti per la custodia cautelare che dovrà essere preceduta da un interrogatorio di garanzia".
E sull'abuso d'ufficio ha affermato: "No a reati spia, fattispecie evanescente. L'intervento in questo caso è per l'efficienza della giustizia. Perché abolire questo reato e non circoscriverlo? Questo reato è stato già modificato varie volte in questi ultimi anni, ma sono continuate le iscrizioni nel registro degli indagati".
Su tale decisione, l'ANM, di rimando, ha espresso tutte le proprie perplessità, tramite il presidente Giuseppe Santalucia in una intervista a Radio anch'io:
"Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale 'deve fare questo o devi omettere di fare quest'altro'. Come si può pensare che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco. Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l'ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte. Pertano, l'abrogazione del reato , di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto. Credo si vada incontro a una nuova pronuncia di incostituzionalità. Questa norma era stata introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella già nel 2006 e appena un anno dopo bocciata dalla Corte Costituzionale, che disse non si può alterare la parità delle condizioni tra pm e imputato. E ora si comprime il potere del pm e non si interviene sull'altro versante. E' uno sbilanciamento a danno dell'accusa pubblica".
Nordio ha poi messo le mani avanti, anticipando le ovvie critiche della magistratura,a rrivando addirttura a dichiarare:
"C'è stato un rapporto molto conflittuale fin dall'inizio dell'operazione Mani Pulite, [ma] certamente quando le indagini hanno ad oggetto personaggi politici questo conflitto emerge. ... Il magistrato non può criticare le leggi, come secondo me il politico non potrebbe criticare le sentenze. Noi ascoltiamo tutti, avvocati, magistrati e accademici, ma poi è il governo che propone e il Parlamento che dispone, questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze".
Come si può comprendere dai contenuti e dai toni da ventennio, più che una riforma della Giustizia, quella che Nordio si appresta ad attuare è una controriforma della Giustizia e come tale, in questo caso, appare appropriata quanto detto in questo caso dal ministro nell'esprimere il proprio rammarico che Silvio Berlusconi non possa assistervi, in quanto "primo passo verso una riforma radicale in senso garantista".
E come dargli torto, visto che invece di perseguire un reato vuole abolirlo! Più garantista di così! E sicuramente Berlusconi l'avrebbe apprezzata moltissimo dato che è stato accusato, a tutela del proprio tornaconto, di aver pagato testimoni, avvocati, giudici, parlamentari...