Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo per chi desidera emergere e prosperare nel competitivo mondo dell’e-commerce. La crescente concorrenza e le aspettative sempre più elevate dei consumatori rendono indispensabile l’uso di strumenti avanzati come Google Ads, tra i più potenti e versatili per attrarre traffico qualificato e aumentare le vendite online.
Con soluzioni innovative come le campagne Google Shopping e Performance Max, Google Ads consente agli e-commerce di raggiungere i clienti giusti al momento giusto, ottimizzando il percorso d’acquisto e massimizzando il ritorno sull’investimento pubblicitario (ROI). Tuttavia, per sfruttare appieno le potenzialità della piattaforma, non basta impostare semplici campagne standard: è necessario adottare strategie mirate, fondate su un’analisi dei dati e su un processo continuo di ottimizzazione.
In questo articolo esploreremo 5 consigli pratici per migliorare le performance delle tue campagne Google Ads, concentrandoci su aspetti fondamentali come la gestione del feed, la segmentazione delle campagne, l’allocazione del budget e l’integrazione delle campagne in un ecosistema di marketing più ampio. Seguendo queste indicazioni, potrai non solo aumentare le conversioni, ma anche costruire un sistema pubblicitario sostenibile e scalabile per il futuro del tuo e-commerce.
1. Massima Attenzione al Feed e alla Sua Completezza e Ottimizzazione
Il feed di prodotto rappresenta il cuore pulsante delle campagne Google Shopping e Performance Max. È attraverso il feed che Google Ads interpreta le informazioni sui prodotti per creare annunci pertinenti e accattivanti, capaci di attirare l'attenzione dei consumatori giusti. Un feed completo e ben ottimizzato non solo migliora la qualità degli annunci, ma aumenta anche la probabilità di ottenere clic e conversioni, massimizzando così il ritorno sull’investimento pubblicitario.
Perché è cruciale ottimizzare il feed?
Un feed mal gestito o incompleto può penalizzare gravemente le prestazioni delle campagne, portando a una bassa visibilità dei prodotti e a CPC (costo per clic) più alti. Al contrario, un feed ben strutturato aiuta Google a comprendere meglio i tuoi prodotti e a mostrarli agli utenti più rilevanti, contribuendo a migliorare metriche come CTR (click-through rate) e ROAS (ritorno sulla spesa pubblicitaria).
Consigli pratici per un feed ottimizzato
Assicurare la completezza dei dati: Ogni prodotto dovrebbe avere un titolo chiaro e descrittivo, che includa parole chiave rilevanti.
Inserire descrizioni dettagliate che evidenzino le caratteristiche principali.
Utilizzare immagini di alta qualità, con uno sfondo neutro e senza watermark.
Utilizzare campi personalizzati: personalizza i campi come “Etichetta personalizzata” per categorizzare i prodotti in base a margini, stagionalità o performance.
Segmenta i prodotti per fasce di prezzo o categorie per gestire meglio le priorità nelle campagne.
Mantenere il feed sempre aggiornato: assicurati che i prezzi e la disponibilità siano sempre corretti per evitare disapprovazioni o annunci ingannevoli.
Integra promozioni e offerte speciali per attirare l’attenzione degli utenti.
Principali elementi da ottimizzare in un feed
Un feed ottimale dovrebbe includere i seguenti elementi ben curati:
Titolo del prodotto: Deve essere chiaro, descrittivo e contenere parole chiave pertinenti. Ad esempio: “Sneakers Uomo Nike Air Max 2025 – Taglia 42”.
Descrizione del prodotto: Evidenzia le caratteristiche principali, come materiale, funzionalità o vantaggi specifici.
Immagini: Devono essere di alta qualità, con risoluzione minima di 800x800 pixel, senza watermark o testo aggiunto.
Prezzo: Sempre corretto e competitivo, sincronizzato con eventuali sconti o promozioni.
Disponibilità: Aggiornata in tempo reale per evitare di pubblicizzare prodotti non disponibili.
Categoria di prodotto Google: Assegna ogni prodotto alla categoria più rilevante nel catalogo di Google per migliorare la rilevanza.
Brand: Importante per prodotti di marca, aumenta la fiducia degli utenti.
GTIN o MPN: Codici identificativi che aiutano Google a collocare i tuoi prodotti correttamente.
URL della pagina di destinazione: Deve portare direttamente alla pagina del prodotto, senza interruzioni o errori.
Strumenti utili per gestire il feed
Per semplificare e migliorare la gestione del feed, puoi utilizzare strumenti avanzati come:
Google Merchant Center: Per caricare e gestire i feed e monitorare eventuali errori o disapprovazioni.
DataFeedWatch e Feedonomics: Per modificare, ottimizzare e automatizzare la gestione dei feed, soprattutto per cataloghi di grandi dimensioni.
Un feed ben ottimizzato non è solo una base solida per le campagne pubblicitarie, ma rappresenta anche un vantaggio competitivo per il tuo e-commerce, aiutandoti a ottenere risultati migliori e più sostenibili nel tempo.
2. Segmentazione delle Campagne e dei Prodotti
La segmentazione delle campagne e dei prodotti è una strategia cruciale per ottimizzare le performance pubblicitarie di un e-commerce. Non tutti i prodotti contribuiscono allo stesso modo ai profitti, e una segmentazione intelligente permette di allocare risorse in maniera mirata, ottimizzando il budget e migliorando il ROI complessivo. Segmentare significa suddividere prodotti e campagne in base a parametri specifici come margini di profitto, categorie o stagionalità, per analizzare in modo più accurato le performance e ridurre il rischio di cannibalizzazione tra i prodotti.
Perché segmentare?
La segmentazione consente di:
Personalizzare le strategie: Adattare bid e priorità in base al valore commerciale dei prodotti.
Ottenere dati più precisi: Evitare che le performance di un prodotto sovraperformante "mascherino" quelle di prodotti meno efficaci in una campagna troppo ampia.
Evitare la cannibalizzazione: In una macro-campagna con molti prodotti, quelli più popolari o con prezzi competitivi possono monopolizzare le impression, lasciando indietro prodotti potenzialmente redditizi.
Vantaggi della segmentazione granulare
Più la segmentazione è dettagliata, maggiore sarà la qualità dei dati analizzabili. Questo consente di:
Riconoscere i top performer: Identificare rapidamente i prodotti o le categorie che generano i migliori risultati.
Individuare inefficienze: Scoprire prodotti con bassi clic o conversioni e ottimizzarli separatamente.
Ridurre la cannibalizzazione: Evitare che un prodotto "forte" monopolizzi le impression, oscurando il rendimento degli altri.
Ad esempio, in una macro-campagna "Tutti i Prodotti", un bestseller potrebbe assorbire gran parte del traffico, impedendo a prodotti meno popolari, ma con margini più alti, di ottenere visibilità. Segmentando per categoria o margine, ogni gruppo di prodotti avrà il proprio spazio per competere e ottenere risultati proporzionati al proprio valore.
3. Distribuzione del Budget Basata sulle Performance
La distribuzione del budget pubblicitario rappresenta uno degli aspetti più strategici nella gestione delle campagne Google Ads. Allocare le risorse in base ai dati di performance permette non solo di massimizzare il ROI, ma anche di evitare sprechi concentrando gli investimenti su ciò che funziona davvero. Una gestione efficace del budget richiede un’analisi costante delle metriche di performance e l’utilizzo di strumenti avanzati per ottimizzare la spesa in tempo reale.
Perché è importante?
Non tutti i prodotti e le campagne generano gli stessi risultati. Continuare a investire su campagne che non convertono o destinare budget uguale a prodotti con performance diverse può portare a risultati mediocri. Al contrario, analizzare i dati e spostare le risorse verso i top performer consente di ottenere conversioni più redditizie, mantenendo il controllo sul costo per acquisizione (CPA) e migliorando il ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS).
Il ruolo dei Labelizer: segmentare per performance
Un approccio avanzato alla distribuzione del budget prevede l’utilizzo di Labelizer, un sistema basato su feed supplementari di Google Merchant Center. Questo metodo permette di segmentare i prodotti in base alle loro performance, assegnando etichette specifiche che aiutano a identificare chiaramente i top performer, i prodotti con margini elevati o quelli a bassa conversione.
Come funziona il Labelizer:
Analisi delle performance: Ogni prodotto viene valutato in base a metriche chiave come clic, tasso di conversione, valore medio dell’ordine e ROAS.
Creazione delle etichette: Prodotti con performance simili vengono raggruppati utilizzando etichette personalizzate nel feed supplementare di Merchant Center. Ad esempio:"Top Performer" per i prodotti con alto tasso di conversione e ROAS elevato.
"Margini Bassi" per i prodotti con performance inferiori ma strategici per volumi di vendita.
"Prodotti in Test" per nuove aggiunte al catalogo o prodotti con dati insufficienti.
Implementazione nelle campagne: Ogni gruppo di prodotti etichettato può essere utilizzato per creare campagne separate, con budget e strategie di bidding personalizzate.
Immagina un e-commerce che vende 1.000 prodotti. Grazie al Labelizer, il merchant può segmentare il catalogo in:
100 Top Performer: Allocando il 60% del budget per massimizzare le vendite.
700 Prodotti Standard: Destinando il 30% del budget con una strategia di bidding conservativa.
200 Prodotti in Test: Riservando il 10% del budget per identificare potenziali nuovi bestseller.
Questa distribuzione dinamica consente di mantenere un alto ROAS e di espandere gradualmente il portafoglio di prodotti performanti, riducendo al minimo gli sprechi pubblicitari.
4. Non Ragionare per Reti: Analizzare le Performance Complessive
Quando si gestiscono campagne Google Ads, un errore comune è valutare le reti pubblicitarie — Shopping, Search, Display — in modo isolato. Questo approccio frammentato rischia di non cogliere il quadro completo, sottovalutando il contributo che ogni rete offre al percorso d’acquisto. La parola d’ordine deve essere visione d’insieme: Google Ads funziona meglio quando le diverse reti collaborano per guidare gli utenti attraverso il funnel di conversione, dalla scoperta del prodotto fino alla decisione finale.
Concentrarsi su una singola rete rischia di distorcere l’interpretazione delle performance. Ad esempio, una campagna Display potrebbe sembrare poco performante se valutata solo in base alle conversioni dirette, ma il suo vero valore potrebbe emergere nel suo contributo alla fase di scoperta o remarketing, spingendo gli utenti verso campagne Search o Shopping per la conversione finale. Ignorare queste interazioni significa prendere decisioni strategiche basate su dati incompleti.
Consigli pratici per una visione d’insieme
Utilizzare i report di attribuzione: I report di attribuzione di Google Ads e Google Analytics 4 offrono una visione chiara su come le diverse campagne e reti lavorano insieme per generare conversioni.
Passa da modelli di attribuzione “last click” a modelli più avanzati, come l’attribuzione basata sui dati, per comprendere il reale valore di ogni touchpoint.
Valutare KPI globali: Focalizzati su indicatori che riflettono il rendimento complessivo delle campagne, come:ROAS (Return on Ad Spend): Per capire quanto stai guadagnando rispetto al totale investito.
Customer Lifetime Value (CLV): Per identificare quanto un cliente genererà nel tempo, indipendentemente dalla rete di acquisizione.
Evita di fissarti su metriche isolate come il costo per clic (CPC) o il CTR, che non sempre raccontano l’intera storia.
Individuare sinergie tra le reti: Cerca connessioni tra le campagne per ottimizzare l’intero ecosistema:Remarketing Display per Shopping: Una campagna Display potrebbe re-ingaggiare utenti che hanno visitato il sito grazie a una campagna Shopping ma non hanno convertito.
Brand Search per Performance Max: Una campagna Search può intercettare utenti che hanno visto un annuncio video o Display tramite Performance Max.
Sfrutta i report sulle conversioni assistite per identificare queste dinamiche.
5. Google Ads Non Può Funzionare da Solo: Costruisci un Ecosistema a Sostegno
Google Ads è uno strumento potente, ma da solo non è sufficiente a garantire il successo di un e-commerce. Può essere il primo touchpoint che introduce un utente al tuo brand o l’ultimo che chiude la vendita, ma il vero potenziale si esprime quando è integrato in un ecosistema di marketing più ampio. Solo creando sinergie tra Google Ads e altri canali è possibile massimizzare l’impatto delle tue campagne e costruire un percorso d’acquisto fluido e convincente.
Perché serve un ecosistema?
Un sistema basato esclusivamente su Google Ads rischia di perdere opportunità preziose:
Acquisire nuovi clienti: Google Ads può portare traffico, ma un sito non ottimizzato o la mancanza di follow-up può disperdere gli utenti acquisiti.
Fidelizzare gli utenti: Senza una strategia di remarketing o email marketing, anche chi converte potrebbe non tornare.
Massimizzare il valore delle campagne: Senza un ecosistema integrato, ogni touchpoint viene visto come un evento isolato, invece di contribuire a un percorso coerente.
Consigli pratici per un ecosistema integrato
Ottimizza il tuo sito web per la conversione:
Velocità: Riduci i tempi di caricamento, specialmente su dispositivi mobili, per evitare che gli utenti abbandonino la pagina.
Esperienza utente (UX): Offri un processo di checkout semplice, chiaro e rapido, con opzioni di pagamento flessibili.
Contenuti persuasivi: Integra descrizioni dettagliate dei prodotti, recensioni e immagini di qualità per aumentare la fiducia degli utenti.
Integra canali complementari:
Email marketing: Usa Google Ads per attirare utenti al sito e sfrutta le email per recuperare i carrelli abbandonati o inviare promozioni mirate.
Social media: Rafforza la consapevolezza del brand con campagne organiche e a pagamento su piattaforme come Instagram o Facebook, complementari a Google Ads.
SEO: Lavora sul posizionamento organico per intercettare utenti che potrebbero essere coinvolti successivamente da campagne Google Ads.