Da più di un quarto di secolo in Italia le elezioni, in special modo le politiche, si sono trasformate in una specie di campionato di calcio che si risolve il giorno dello spoglio dei voti e dove l'importante è "vincere".
Certo, adesso qualcuno dirà: e tu vorresti presentarti alle elezioni per perdere?
La questione, se uno fa attenzione, è in fondo molto semplice, anche se ormai sembra sfuggire ai più. In Italia, vincere alle elezioni è completamente slegato ad un'idea/ideologia politica. Vincere, per politici e commentatori, è normale che sia solo fine a se stesso e non per promuovere un progetto politico, un'idea complessiva, organica, che supporti lo sviluppo del Paese e la sua evoluzione sociale e culturale.
Per questo le campagne elettorali in Italia sono caratterizzare da una sequela di promesse, in gran parte irrealizzabili, quasi sempre slegate tra loro ed in genere persino contraddittorie, finalizzate unicamente a raccattare il più alto numero possibile di voti cercando di incontrare il numero più alto possibile di consensi, promettendo di tutto e di più, purché solletichi la cosiddetta pancia degli elettori.
Questo è oltretutto supportato da leggi elettorali sempre diverse, ogni volta rimodulate sulle esigenze della maggioranza di turno per ottenere il numero più alto possibile di seggi in base alla propria (presunta) base elettorale.
In questa logica è spiegabile la altrimenti incomprensibile alleanza che il dem Enrico Letta ha cercato di organizzare per l'appuntamento elettorale del prossimo 25 settembre. Letta si è comportato come un manager di Premier League, quelli che comprano i giocatori in base alle esigenze della propria squadra, facendoli pagare alla proprietà, in questo caso al Partito Democratico con dei seggi sicuri.
Il Pd aveva bisogno di rafforzarsi a destra con un cursore di fascia titolare che coprisse dalla metà campo in su?Chi meglio di Calenda? Vai, ingaggiamo lui e lo paghiamo con tot seggi. Ma non vogliamo controbilanciare anche con dei cross dalla sinistra? Ci sono Si e Verdi che offrono buone garanzie e non pretendono neppure il posto fisso e possono anche partire come riserva, non pretendono di essere sempre titolari. Presi. Dietro abbiamo bisogno di riserve, perché siamo un po' corti. C'è quel ragazzotto che dice sì a tutto e riesce pure ad interpretare la parte del responsabile... come ca..o si chiama? Sì... Caio, no Di Caio... no... Di Maio, ecco. Vai ingaggiamo pure lui. Poi dietro c'abbiamo già Speranza a fare il centrale difensivo forte con il destro e, nel caso, c'è sempre la riserva Cuperlo che invece è un centrale mancino e all'occasione lo possiamo sempre schierare nelle partite più complicate. A centrocampo siamo copertissimi e pressoché imbattibili. La squadra è fatta e possiamo vincere.
Poi, il calciatore/politico Calenda scioglie il contratto e mette il manager in confusione.
Ma questa è politica? Un'alleanza fatta per vincere le elezioni come se fossero una specie di campionato di calcio vuol dire fare gli interessi degli elettori?
E badate bene, non è che le altre "alleanze" ragionino in termini diversi. Il modus operandi è identico. L'unica cosa che cambia sono le caratteristiche dei calciatori, pardon, politici scelti... ma la filosofia è identica. A destra non è che le cose vadano diversamente, con la destra sociale ella Meloni, il centro confindustriale di Berlusconi e la destra sociale e confindustriale di Salvini che deve poi far accettare l'autonomia lombardoveneta che di ripartire i soldi, anche guadagnati a spese degli altri italiani, non lo prevede neanche sotto tortura.
Ma che importa? Quel che gli elettori devono sapere è più pensioni, meno tasse, meno diritti a chi è minoranza, più armi, più carcere ma solo per chi non è italiano e tutto sarà più luminoso e bello, magari marciando al passo dell'oca.
E naturalmente in attesa delle promesse dei lobbisti internazionali Renzi e Calenda, promoter delle opportunità offerte da Arabia Saudita, EAU, Israele e chi più ne ha più ne metta.
Ed in questo quadro, che potrebbe apparire iperbolico ma che è purtroppo molto rispondente al vero, gli italiani dovrebbero pure disturbarsi per andare a votare per regalare 15mila euro al mese a gente simile?
A proposito, un suggerimento per tutte le forze politiche che chiederanno il voto a settembre. Vista la filosofia che sta dietro alle loro decisioni, perché non ingaggiare in squadra il duo Ferragnez? Qualche milione di voti lo portano sicuro... in fondo, se si è ingaggiato Di Maio, perché non provare a fare il colpo grosso?
Tanto, ormai non c'è nulla da difendere.
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