Nel suo discorso per chiedere la riconferma alla presidenza della Commissione Ue per  prossimi cinque anni, Ursula von der Leyen, tra le altre cose, ha dichiarato che "lo spargimento di sangue a Gaza deve fermarsi, qui e ora. L'umanità non può sopportare oltre. Stiamo lavorando per un maggior sostegno all'Autorità Nazionale Palestinese", ha poi aggiunto. "La soluzione a due Stati è il modo migliore per garantire la sicurezza, per entrambi, israeliani e palestinesi. La gente della regione merita la pace e la prosperità, e l'Ue sarà con loro".

E di grazia, come pensa di raggiungere tali obiettivi? Ripetendo all'infinito - così come ha fatto finora - lo stesso "leitmotiv" sperando che magicamente che i desideri in esso espressi possano avverarsi? 

Finora von der Leyen e gli altri ipocriti del suo stampo che a vario titolo rivestono incarichi istituzionali in tutto il cosiddetto occidente democratico hanno ripetuto tali obiettivi, aggiungendo che non potevano esser perseguiti a causa di Hamas.

Non è così. Chi non vuole la soluzione a due Stati sono lo Stato di Israele e i sionisti ebrei di qualunque nazione, che come aspirazione di vita hanno quella che si concretizzi l'idea di una Terra di Israele che vada dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo).

Quello che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania ne è la più evidente riprova.

Per chi ancora non ne fosse convinto, a dimostrarlo al di là di ogni ragionevole dubbio ci ha pensato oggi la Knesset, il Parlamento israeliano, una cui commissione ha approvato una risoluzione che respinge la creazione di uno Stato palestinese, dopo la decisione presa lo scorso febbraio di respingere il riconoscimento internazionale "unilaterale" di uno Stato palestinese.

Nella risoluzione odierna  "la Knesset si oppone fermamente alla creazione di uno Stato palestinese a ovest del Giordano" ritenendo che "la creazione di uno Stato palestinese nel cuore della Terra d'Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per lo Stato di Israele e per i suoi cittadini, e porterebbe alla perpetuazione del conflitto israelo-palestinese destabilizzando la regione".

Il progetto di risoluzione è stato presentato dal parlamentare Zeev Elkin e la proposta ha ricevuto il sostegno, oltre che dei partiti di maggioranza, anche di quelli di opposizione.

Commentando l'adozione della risoluzione, Gideon Sa'ar,  il capo del Partito  Nuova Speranza - La Destra di Unità Nazionale, ha affermato che la risoluzione mira a esprimere l'opposizione globale che esiste tra il popolo israeliano alla creazione di uno Stato palestinese che possa mettere in pericolo la sicurezza e il futuro di Israele". Ha aggiunto che la decisione rappresenta un messaggio israeliano alla comunità internazionale, affermando che "le pressioni (internazionali) volte a imporre uno Stato palestinese a Israele non funzioneranno". Il 21 febbraio, la Knesset aveva votato a stragrande maggioranza a favore della decisione del governo di respingere il riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, una decisione sostenuta da 99 membri, mentre solo 9 membri votarono contro.

Per di più, sempre quest'oggi, il ministro israeliano della Cultura Miki Zohar, vicino al primo ministro Benjamin Netanyahu, ha affermato che la guerra a Gaza continuerà per anni.

Adesso, come pensa Ursula von der Leyen, insieme a tutti coloro che sostengono la sua tesi, di convincere Israele ad accettare una soluzione a due Stati senza imporre una politica di sanzioni allo Stato ebraico, oltretutto responsabile di genocidio e apartheid?

Come si può pretendere di ricoprire un incarico istituzionale continuando a fare affermazioni prive di ogni riscontro pratico?