Il Papa prega per evitare la guerra in Ucraina, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, prega invece perché non siano imposte sanzioni personali a Putin... non tanto perché potrebbero colpire gli interessi personali del presidente russo sul piano economico a cui è vietato avere beni o conti all'estero, quanto per le conseguenze che potrebbero avere sul piano politico, essendo equivalenti - in pratica - ad una rottura delle relazioni diplomatiche.

Intanto, Mosca ha inviato paracadutisti e aerei da combattimento in Bielorussia, a nord dell'Ucraina, per esercitazioni congiunte che avranno luogo il mese prossimo.

Secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, la Russia non avrebbe ancora ammassato forze sufficienti per un'offensiva su larga scala, ma questo non vuol dire che non potrebbe farlo in seguito.

Intanto Putin agita la carota per ricordare che lui ha in mano anche il bastone, quello dell'energia. Così nelle scorse ore ha incontrato in videoconferenza i vertici di alcune delle principali imprese italiane, tra cui Enel, UniCredit e Generali (Eni e Snam hanno declinato l'invito dopo l'altolà del Governo a non partecipare), per sottolineare che la Russia considera l'Italia come uno dei suoi principali partner economici, anche in relazione a progetti legati al settore dell'energia

Il messaggio del Cremlino, per nulla subliminale, è chiaro: se ci saranno conseguenze a seguito dell'invasione dell'Ucraina, i Paesi europei potranno dimenticarsi del gas russo, a meno di non pagarlo a prezzi esosi.

Naturalmente, resta anche da vedere se la Russia potrà comunque permettersi di fare a meno dei suoi migliori clienti.

Come tutte le crisi diplomatiche, anche quella ucraina è paragonabile ad un partita a poker e solo alla fine sarà possibile vedere tutte le carte dell'avversario.