Con genocidio, secondo la definizione adottata dall'ONU, si intendono «gli atti commessi con il provato intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
E c'è chi si ostina a negare che a Gaza stia avvenendo un genocidio perché c'è prima da provare l'intento di Israele o comunque perchè i palestinesi non sarebbero una nazione o un'etnia, come non sono un gruppo razziale o religioso.

Il punto è, però, che le Forze Armate israeliano ce la stanno mettendo tutta per "distruggere, in tutto o in parte" Gaza. Se non è 'genocidio', diteci almeno come va chiamato questo orrore che ha rari precedenti nella Storia moderna.

Infatti, a parte le decine di migliaia di morti e due milioni di sfollati, Israele ha colpito a Gaza più di 100 siti museali o archeologici, oltre un migliaio di moschee, più di 200 strutture sanitarie, almeno 60 scuole gestite dalle Nazioni Unite, 12 istituti di istruzione universitaria, circa 300 scuole pubbliche, almeno una decina di campi profughi.

A riprova che vi sia una intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico con la sua storia, tra i maggiori siti danneggiati o distrutti da Israele nella Striscia di Gaza si contano la Grande moschea di Khan Yunis, la Moschea Al-Omari, la Moschea Othman bin Qashqar (XIII Secolo), la Moschea Sayed al Hashim, la Chiesa bizantina di Jabalia, il  Monastero di Sant'Ilario, la Chiesa di San Porfirio (V Secolo), la Chiesa della Sacra Famiglia, il Castello di Radwan (XIII Secolo), il Rashad El Shawa Center, il Museo archeologico Qasr al-Basha, il Museo di Al Qarara,  il Mathaf al-Funduq Museum Hotel, il Porto di Anthedon (IX Secolo), i Bagni di Hamam al-Sammara (III Secolo), il Tell ej-Ajjul Town (XVI secolo a.C.).

Senza parlare di luoghi che dovrebbero essere intangibili in caso di guerra come l'ospedale Kamal Adwan, l'ospedale Al-Shifa, l'ospedale Al-Quds, l'ospedale  al-Mustashfá,  la sede giornalistica di Al Jazeera, la sede giornalistica di Associated Press,

Inoltre, hanno subito attacchi numerosi campi profughi tra cui quelli di Nuseirat, Al Maghazi, Nur Shams, Bureij, Jenin, Jabalia, Rafah.

Il 29 febbraio scorso l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, ha dichiarato che, nella guerra tra Israele e Hamas, i crimini di guerra sono stati commessi da entrambe le parti, e ha chiesto i responsabili siano indagati e chiamati a risponderne.
"Sono state commesse da tutte le parti chiare violazioni dei diritti umani internazionali e delle leggi umanitarie, compresi crimini di guerra e forse altri crimini di diritto internazionale. È tempo - un tempo ormai ben superato - di pace, inchieste e accertamento delle responsabilità". 

Il 23 gennaio scorso,  il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres sottolineava che dal lato di Israele "niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese", così come "l'uccisione deliberata, il ferimento, il rapimento di civili, l'uso della violenza sessuale contro di loro" da parte di Hamas in Israele.

"L'intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente. Il ruolo della comunità internazionale è chiaro. Dobbiamo unirci per sostenere israeliani e palestinesi affinché intraprendano azioni determinate per far avanzare un processo di pace significativo".

Nonostante questo, il 20 febbraio scorso gli USA hanno usato il proprio potere di veto per bloccare in Consiglio di Sicurezza dell'ONU la nuova risoluzione per l'immediato cessate il fuoco a Gaza con "una tregua permanente".
La risoluzione, redatta dalle Nazioni arabe, aveva ottenuto il sostegno di 13 dei 15 Stati membri del Consiglio, con l'astensione del Regno Unito di Sunak e il voto contrario degli USA di Biden.

Il giorno prima, in Europa, il 19 febbraio, con il proprio voto contrario il governo ungherese di Orban ha bloccato l'appello dell'Unione europea  per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per imporre sanzioni collettive ai coloni israeliani violenti. (LINK)

Gli USA hanno poi presentato una propria blanda proposta di risoluzione ONU, che non è chiaro se e quando verrà votata, che prevede un cessate il fuoco temporaneo in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e l'abolizione delle restrizioni israeliane sugli aiuti umanitari a Gaza. (LINK)

In USA, il governo federale e la politica estera sono amministrati dal Partito Democratico che dal 2005 è associato con il Partito Democratico Europeo (EDP) , membro del Gruppo parlamentare di Renew Europe al Parlamento dell'UE
I buoni rapporti tra Dem statunitensi e Tories britannici risalgono al XVIII Secolo, ancor prima della presidenza di Andrew Jackson. (LINK)

In Ungheria governa il partito Fidesz - Unione Civica Ungherese, che in Europa non è alleato né con il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei di cui è membro Fratelli d'Italia né del Partito Identità e Democrazia di cui è membro la Lega.