A Gerusalemme il 26 e 27 marzo si è svolta la Conferenza internazionale sulla lotta all'antisemitismo, organizzata dal ministero degli Affari della Diaspora e della Lotta contro l'Antisemitismo. L'aspetto imbarazzante della Conferenza, sottolineato dall'assenza all'evento di molte personalità del mondo ebraico, sia religiosi che intellettuali (tra cui Jonathan Greenblatt e il filosofo Bernard-Henri Lévy), è che tra gli invitati, in gran numero, facevano spicco politici rappresentanti dell'ultradestra provenienti da tutto il mondo... in pratica, a condannare l'antisemitismo sono andati rappresentanti di partiti che vengono catalogati come nazisti o fascisti... nel migliore dei casi con l'aggiunta dei prefissi ex, neo o post, storicamente legati a antisemitismo e negazionismo, come Rassemblement National e Vox.
Il ministro della Diaspora Amichai Chikli ha aperto i lavori scusandosi proprio nei confronti di quei politici: «Mi scuso per le bugie diffuse contro di voi da chi calunnia Israele», ha dichiarato, puntando il dito contro il quotidiano Haaretz, definito «faro di bugie e propaganda antisionista». Chikli ha insistito sul fatto che certi media «non rappresentano il popolo ebraico».
Il primo ministro Benjamin Netanyahu è intervenuto con un discorso in cui ha paragonato l'antisemitismo a una «malattia» capace di minacciare l'intera civiltà. Richiamando l'Olocausto, ha avvertito: «Il destino delle società libere è legato alla loro volontà di combattere questo flagello». Netanyhau ha collegato l'odio contemporaneo a gruppi come Hamas e all'Islam radicale, sottolineando la capacità di difesa israeliana: «Ora abbiamo un esercito, e chi ci minaccia sta pagando le conseguenze».
Hermann Tertsch (Vox) ha dichiarato di esser presente perché la lotta all'antisemitismo riguarda tutti, ricordando la patente ricevuta dal partito franchista dalla comunità ebraica di Madrid. Jordan Bardella (Rassemblement National) ha presentato il suo partito come «scudo per gli ebrei francesi», auspicando collaborazione con Israele sulla base della definizione dell'antisemitismo stabilita dall'IHRA, cioè se si ha l'ardire di criticare lo Stato ebraico si è considerati antisemiti.
La notizia è un ottimo esempio per capire cosa sia lo Stato ebraico... da sempre. Sionismo e nazionalismo sono due facce della stessa medaglia. In passato, almeno fuori da Israele, il problema non era percepito. Oggi, invece, è palesemente evidente.
Il problema non riguarda però solo Israele, ma anche le comunità ebraiche in tutto il mondo. Una parte di quei pii ebrei vive in uno stato di perenne schizofrenia, tanto che a seconda della convenienza oggi descrive l'ebraismo come movimento religioso e chi lo professa cittadino della nazione in cui vive, mentre domani le stesse persone descrivono l'ebraismo come inscindibile dallo Stato ebraico di Israele e che loro non possono non esserne parte, almeno moralmente, e condividerne qualsiasi azione, decisione, evento. Ricordate la manifestazione a Roma dopo l'attacco del 7 ottobre?
Quindi, a seguito di ciò, chiunque critichi Israele non può che essere un antisemita, mentre nel caso in cui alle stesse persone si chieda conto del genocidio praticato da Israele a Gaza invitandole a prenderne le distanze ti rispondono che loro con Israele non hanno nulla a che vedere e solo l'aver ipotizzato tale invito è da considerarsi addirittura un reato!
Non ci credete?
"Ebrei, dissociatevi". Così il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte nel corso di una diretta sui suoi canali social ha lanciato un appello alla comunità ebraica. "Sono riprese le operazioni militari a Gaza e le aggressioni provenienti dalle colonie illegali in Cisgiordania: da ultimo Hamdan Ballal – regista di No other land, premio Oscar – che anziché essere curato dagli israeliani è stato arrestato, ora ci dicono rilasciato, ma immaginate se non fosse stato un personaggio famoso.Stiamo assistendo a un sistematico sterminio, una buona parte sono donne e bambini. È chiaro che quello di Israele è un governo criminale, ma lo dico a tutti gli amici ebrei, proprio perché si dice che Israele è un Paese democratico, non si può stare in silenzio. Il silenzio c’è nelle dittature". La differenza tra ebrei e israeliani, il fatto che gli ebrei italiani non abbiano alcun potere "democratico" su Israele, non votando lì ma in Italia, evidentemente sfugge a Conte. Come gli sfugge il significato del termine sterminio, che nulla ha a che fare con la guerra a Gaza, scatenata dall’attacco palestinese contro Israele del 7 ottobre 2023.Secondo il leader pentastellato il governo italiano merita di essere descritto come "vigliacco", dopo le astensioni all’Onu sulla guerra a Gaza, anche perché secondo il presidente M5S "non dispone un embargo pieno nei confronti di Israele e non chiede sanzioni nei confronti dei suoi ministri. La comunità internazionale non può rimanere in silenzio, il silenzio è connivenza", ha concluso Conte.
Questo è quanto riporta il sito ufficiale della Comunità ebraica di Milano, che poi prosegue:
Non una parola di condanna verso Hamas, dei bombardamenti di Hamas, Hetzbollah, Houti, Iran contro Israele per più di 15 mesi, degli attentati contro civili israeliani.In sostanza Giuseppe Conte ha chiesto pubblicamente agli ebrei di prendere le distanze da Israele. All’interno della comunità ebraica già vi sono voci diversificate su Israele, come su ogni altra questione politica e sociale; c’è chi non ne vuole sapere di rispondere delle azioni dello Stato ebraico e sicuramente nessun ebreo italiano ha la responsabilità di alcunché. Una di queste è la senatrice a vita Liliana Segre che durante il giorno della Memoria ha detto: “Io non penso proprio di dover rispondere, di dovermi discolpare in quanto ebrea, di quello che fa lo Stato di Israele”.Dall’Osservatorio Solomon viene precisato «che lo Stato d’Israele si sta difendendo dall’aggressione terrorista di Hamas che usa i civili come scudi umani». Viene chiesto anche se Conte abbia «mai chiesto ai musulmani di dissociarsi dal pogrom compiuto da Hamas, dalle centinaia di migliaia di morti in Siria o dalle stragi e massacri in Sudan che hanno colpito milioni di innocenti». Inoltre si fa notare come le parole di Conte rientrino nella definizione IHRA di antisemitismo che è stata adottata dal Governo italiano nel 2020, anno della presidenza Conte. Dalle fattispecie previste dal documento come «esempi contemporanei di antisemitismo nella vita pubblica» si trova: «Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro Stato democratico» e anche «considerare gli ebrei collettivamente responsabili per le azioni dello Stato di Israele».Meghnagi, presidente Comunità ebraica di Milano: “Dopo le parole di Conte, mi appello al presidente Mattarella perché intervenga a difesa della civilità e della tolleranza verso le minoranze di questo Paese”Walker Meghnagi ha dichiarato “Sono esterrefatto dalle parole dell’ex premier Conte che chiede agli italiani di religione ebraica e solo a loro di dissociarsi da Israele. Questa richiesta va rispedita al mittente perché razzista e anticostituzionale. Non si possono discriminare gli italiani sulla base della religione o di altro, e un docente universitario di diritto dovrebbe saperlo. Tanto più a fronte di un aumento dell’antisemitismo del 400% nel 2024, il fatto che un leader di partito arrivi a puntare il dito contro gli ebrei è gravissimo. Per questo mi permetto di fare appello al Presidente della Repubblica Mattarella, affinché intervenga per segnare un limite alla polemica politica che deve essere quello della civiltà e della tolleranza verso le minoranze religiose e culturali del nostro Paese".
Da una parte, gli ebrei non israeliani dicono di non avere nulla a che fare con Israele, dall'altra, si scagliano contro chiunque osi avanzare una qualunque critica/accusa contro lo Stato ebraico... fino a lanciare accuse di razzismo.
La considerazione finale è: ci sono o ci fanno?
Inoltre, questa gente è talmente intrisa di nazionalismo e dell'odio che fa da supporto a tale ideologia che arriva ad indignarsi contro chiunque denunci il genocidio in atto a Gaza e nei Territori Occupati a danno dei palestinesi, perché non fa o non avrebbe fatto altrettanto in relazione altre stragi.
Ripeto... "CI SONO O CI FANNO?"