"Cogliamo con piacere questa opportunità per discutere dell'evoluzione della situazione nei Territori Palestinesi Occupati. Per prima cosa vorrei parlare dei recenti sviluppi a Gaza. Questa settimana si è assistito a un ulteriore spargimento di sangue nella Striscia di Gaza. È spaventoso che centinaia di palestinesi siano stati uccisi a seguito degli attacchi israeliani a partire dal 18 marzo.Ci opponiamo fermamente alla ripresa delle ostilità da parte di Israele. L'escalation e la violenza senza fine non sono nell'interesse di nessuno. Siamo indignati per l'attacco subito mercoledì mattina contro un complesso delle Nazioni Unite a Gaza. I nostri pensieri sono rivolti alle vittime e alle loro famiglie. È necessaria un'indagine completa su quanto accaduto. Esortiamo tutte le parti a riprendere il dialogo e ad attuare integralmente l'accordo di cessate il fuoco. Ciò deve includere il ritorno dei 59 ostaggi che sono stati crudelmente tenuti prigionieri da Hamas per oltre 500 giorni.Come abbiamo detto ieri al Consiglio, Hamas deve essere ritenuto responsabile delle sue azioni depravate. Chiediamo inoltre a Israele di ripristinare immediatamente l'accesso umanitario e l'elettricità a Gaza. Rifiutarsi di farlo rischia di violare il diritto internazionale umanitario. In secondo luogo, Presidente, dobbiamo guardare al futuro e raddoppiare i nostri sforzi per garantire una pace duratura per israeliani e palestinesi. Ciò significa un piano credibile che consenta ai palestinesi di Gaza di tornare a casa e ricostruire le loro vite, una volta che Hamas sarà rimosso dal potere. Per essere chiari, ci opponiamo a qualsiasi tentativo di annettere forzatamente terreni a Gaza. Accogliamo con favore l'iniziativa araba di un piano di ripresa e ricostruzione per Gaza e invitiamo tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo.Una pace sostenibile significa anche affrontare gli sviluppi preoccupanti in Cisgiordania. Siamo seriamente preoccupati per la portata dell'operazione militare israeliana in Cisgiordania e per lo sfollamento di circa 40.000 rifugiati palestinesi. Riconosciamo il diritto di Israele all'autodifesa, ma i civili devono essere protetti e Israele deve garantire che le sue operazioni siano proporzionate alla minaccia rappresentata. Israele deve porre fine agli insediamenti che sono illegali e compromettono la vitalità di uno Stato palestinese e la sicurezza sia degli israeliani che dei palestinesi. I coloni violenti devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. Il Regno Unito ha introdotto tre serie di sanzioni nei confronti dei coloni violenti e dei loro sostenitori per accertare le responsabilità delle violazioni dei diritti umani, in assenza di sufficienti misure da parte di Israele. Valuteremo tutte le ulteriori opzioni. Le notizie sull'uccisione di civili palestinesi in Cisgiordania, compresi bambini, sono abominevoli. Le IDF devono prendere tutte le precauzioni per prevenire le morti tra i civili, devono indagare a fondo sulle morti dei civili e dimostrare piena responsabilità nei confronti della legge. Il livello di restrizioni alla circolazione dei palestinesi in Cisgiordania è paralizzante. Tutto ciò non fa che alimentare ulteriore instabilità. È importante, soprattutto durante il mese del Ramadan, che la libertà religiosa venga rispettata. Anche le restrittive procedure di visto e registrazione sono motivo di profonda preoccupazione. Israele deve garantire che l'ONU, compresa l'UNRWA, possa fornire assistenza umanitaria e servizi essenziali in un ambiente sicuro e protetto. Signor Presidente, a diciassette mesi dai terribili attacchi del 7 ottobre, esortiamo tutte le parti ad attuare integralmente l'accordo di cessate il fuoco e ad adoperarsi per una soluzione a due stati, con un Israele sicuro e protetto accanto a uno Stato palestinese sovrano e sostenibile. Questo è il modo migliore per garantire un futuro di pace sia agli israeliani che ai palestinesi".
Questo è quanto ieri ha dichiarato l'ambasciatore James Kariuki, vice rappresentante permanente del Regno Unito presso le Nazioni Unite, alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Medio Oriente. Di seguito, invece, si riporta la dichiarazione congiunta, sempre di ieri, dei ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito sulla richiesta al ritorno immediato al cessate il fuoco a Gaza:
"La ripresa degli attacchi israeliani a Gaza segna un drammatico passo indietro per la popolazione di Gaza, gli ostaggi, le loro famiglie e l'intera regione. Siamo sconvolti dalle vittime civili e chiediamo urgentemente un immediato ritorno al cessate il fuoco.Invitiamo tutte le parti a riprendere i negoziati per garantire che il cessate il fuoco venga attuato in pieno e diventi permanente. Ciò deve includere il rilascio da parte di Hamas degli ostaggi che ha crudelmente trattenuto e che si rifiuta costantemente di rilasciare.Tutti gli israeliani e i palestinesi hanno diritto alla pace e alla sicurezza. Invitiamo tutti coloro che hanno influenza su Hamas a usare tale influenza per garantire che non vi siano ulteriori attacchi contro Israele. Siamo chiari sul fatto che Hamas non deve più governare Gaza né rappresentare una minaccia per Israele. Tuttavia, questo conflitto non può essere risolto con mezzi militari. Un ritorno ai combattimenti si tradurrà solo nella morte di più civili palestinesi e ostaggi israeliani.Altro spargimento di sangue non è nell'interesse di nessuno. Israele dovrebbe rispettare pienamente il diritto internazionale e consentire immediatamente il flusso di aiuti. I civili dovrebbero essere protetti e non tagliati fuori dagli aiuti o dall'assistenza essenziali. Chiediamo a Israele di ripristinare l'accesso umanitario, inclusi acqua ed elettricità, e di garantire l'accesso all'assistenza medica e alle evacuazioni mediche temporanee in conformità con il diritto umanitario internazionale.Siamo profondamente scioccati dall'incidente mortale che ha colpito un edificio dell'UNOPS a Gaza, che ha ucciso un dipendente dell'ONU e ne ha feriti diversi altri. Tra le vittime c'erano cittadini europei. Il personale dell'ONU e i suoi locali dovrebbero essere protetti e non essere mai un bersaglio. Deve essere condotta un'indagine completa su quanto accaduto.Un cessate il fuoco duraturo è l'unica via credibile verso una pace sostenibile, una soluzione a due stati e la ricostruzione di Gaza".
Questi due documenti sono un ulteriore esempio dell'ipocrisia della diplomazia internazionale che non si fa scrupoli di definire esecrabili le azioni di Hamas, mentre non fa altrettanto con quelle commesse dallo Stato ebraico, autore di un genocidio: l'attacco delle IDF a un edificio delle Nazioni UNite viene definito "incidente", i coloni ebrei - né più né meno dei terroristi a tutti gli effetti - vengono definiti solo violenti, mentre impedire l'accesso di aiuti umanitari nella Striscia è "ipotizzato" come crimine sebbene lo sia con evidenza a tutti gli effetti.
Nonostante ciò, i due documenti associano comunque la responsabilità della morte dei palestinesi agli attacchi portati da Israele... è un piccolissimo passo avanti: in altri documenti (compresi quelli del Quirinale firmati dal tanto applaudito Mattarella) le migliaia di morti palestinesi non si sa bene a cosa siano dovute.
È ormai evidente, dopo che nelle ultime ore Israele ha iniziato a riprendere il conflitto con il Libano (Hezbollah) e a bombardare la Siria, che l'intento di Netanyahu è quello di creare una guerra regionale in tutto il Medio Oriente cercando di coinvolgere l'Iran, sperando, alla fine della carneficina, di poter poi essere celebrato dai nazi-sionisti come una specie di re David che ha consegnato l'intera Palestina ai soli ebrei. Questo, secondo Netanyahu, è l'unico modo per uscire dalle trappole del giudizio in tribunale e delle inchieste in corso che mettono in pericolo la sua permanenza in politica... oltre a fargli rischiare il carcere.
La comunità internazionale, facendo finta di non vedere e non capire ciò che tutti vedono e capiscono, continuando a non far nulla per impedire i crimini di Netanyahu, del suo governo, del suo esercito e degli ebrei israeliani si rende complice del genocidio in atto... e i suoi rappresentanti non potranno dire che non sapevano.