La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rinviato la presentazione della sua nuova squadra di commissari, originariamente prevista per questo mercoledì, di una settimana, a martedì 17 settembre. Ufficialmente, la neo presidente ha giustificato la decisione con la necessità di dover attendere la ratifica del Parlamento sloveno all'incarico di commissario per l'ex ambasciatrice Marta Kos.

In realtà, von der Leyen deve convincere chi la sostiene, per quanto riguarda i gruppi dell'area di centro-sinistra, che le nomine da lei concordate sono le migliori possibili nell'interesse dell'Europa.

Il nodo più difficile da sciogliere riguarda il commissario italiano Raffaele Fitto che, grazie anche ai buoni rapporti con il democristiano tedesco Weber, si è visto assegnare la carica di vicepresidente esecutivo con deleghe all'economia e al PNRR.

Appresa la notizia, dopo i liberaldemocratici, a strabuzzare gli occhi sono stati i verdi e, infine, i socialisti che hanno detto a von der Leyen che un rappresentante dell'estrema destra (in Europa il meloniano Fitto rappresenta il gruppo ECR) con gli incarichi che lei gli ha ha affidato non lo voteranno.

Il Pd, all'interno del gruppo socialista ha manifestato una posizione equidistante non pronunciandosi né a favore ma neppure in maniera contraria, ma, seppur non essendo una presenza minoritaria, non può comunque essere determinante per la nomina di Fitto.

Fitto, negli ultimi tempi, è stato dipinto come una specie di mago dell'economia, astuto e capace pianificatore... per aver fatto che cosa? Per aver redatto dei protocolli su come l'Italia ha deciso di spendere i soldi del PNRR, sui quali ha anche ridimensionato i poteri di controllo della Corte dei Conti. Questo ha permesso al governo Meloni di utilizzare i fondi che Bruxelles gli ha inviato - sulla base del nulla - per tirare a campare, mentre i cantieri che avrebbero dovuto nascere a seguito di quei soldi latitano.

La speranza di Meloni è che Fitto riesca effettivamente a gestire i fondi del PNRR cercando di convincere il Consiglio Ue ad allungare oltre il 2026 i tempi di scadenza per la chiusura dei cantieri per le opere finanziate da Bruxelles... altrimenti sarebbe un ulteriore problema che graverebbe sul suo governo.

Vedremo come si concluderà la partita e come la von der Leyen riuscirà a superare l'ostacolo.