Era il 3 giugno del 2013 quando, in una conferenza stampa alla Camera, la segretaria confederale della Cgil Serena Sorrentino, annunciava di aver presentato il progetto di legge di iniziativa popolare, insieme ad oltre 100mila firme a sostegno, per garantire l'operatività alle imprese confiscate alle mafie e tutelarne i dipendenti.

Il 27 settembre 2017, dopo poco più di quattro anni, ne arriva il via libera definitivo del Parlamento con l'approvazione alla Camera del nuovo Codice Antimafia con 259 voti a favore, 107 contrari e 28 astenuti. Contro il testo hanno votato i deputati di Forza Italia, M5S e Fratelli d'Italia. Ad astenersi sono stati i depèutati di Lega e di Direzione Italia.


Quali sono, tra quelle approvate, le nuove norme più importanti? Una è certamente quella relativa al sequestro dei beni dove si allarga il numero dei possibili destinatari cui possono essere applicate le misure di prevenzione personale, anche di natura patrimoniale che adesso include anche i reati contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità.

Un altro punto importante è l'intervento sull'Agenzia nazionale dei beni confiscati, che avrà una maggiore autonomia rispetto al ministero dell'Interno, ed una vigilanza che sarà però esercitata da Palazzo Chigi.

C'è poi l'accelerazione dei tempi per il rientro in attività delle imprese confiscate, con l'amministratore giudiziario che dovrà presentare una relazione, entro tre mesi dalla nomina, sulla futura operatività dell'azienda che altrimenti sarà liquidata o cesserà l'attività secondo modalità semplificate.


Di seguito la nota congiunta con cui Acli, Arci, Avviso Pubblico, Centro studi Pio La Torre, Cgil, Cisl, Uil Legambiente, Libera, Nomi e Numeri contro le mafie e Sos Impresa hanno espresso la loro soddisfazione per l'approvazione delle nuove norme.

"L’approvazione della riforma del Codice Antimafia costituisce un atto di responsabilità politica importante, un deciso passo migliorativo nell’azione di prevenzione e di contrasto alle mafie e alla corruzione. Fenomeni che minacciano da troppo tempo la nostra democrazia, la nostra sicurezza e che sottraggono ingenti risorse alla collettività, impedendo uno sviluppo economico e sociale, sano e diffuso, in tutto il nostro Paese.

Siamo consapevoli che non è stato né semplice, né facile giungere all’approvazione di questo provvedimento. La sua gestazione è durata quattro anni, un tempo nel quale diverse organizzazioni sindacali, dell’associazionismo e della cooperazione hanno dato vita alla campagna nazionale Io riattivo il lavoro per promuovere una legge di iniziativa popolare. Un tempo in cui si è registrato un contributo significativo della commissione parlamentare Antimafia e del Consiglio superiore della magistratura, in cui si sono moltiplicate le discussioni pubbliche, i dibattiti parlamentari e gli interventi sui giornali.

Non dimentichiamo le obiezioni e le osservazioni critiche, alcune fondate e legittime, altre legate a tecnicismi e opportunismi, che hanno accompagnato la discussione del provvedimento.

Il testo rafforza alcuni strumenti già esistenti – come per esempio l’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati –, ma, soprattutto, migliora la normativa riguardante l’aggressione ai patrimoni criminali e illegali, tenendo conto dell’esperienza applicativa e di alcune criticità che si sono manifestate recentemente sul versante della destinazione e gestione dei beni e delle aziende confiscate alle mafie.

L’espropriazione delle ricchezze alle organizzazioni criminali e ai corrotti, insieme alla loro restituzione alla collettività, costituiscono lo strumento più concreto per dimostrare che le mafie e la corruzione sono fenomeni che possono essere affrontati e debellati, che lo Stato è presente e autorevole, che si possono rigenerare e riconoscere i diritti fondamentali, a partire da quello del lavoro e della sicurezza, laddove per lungo tempo essi sono stati negati.

Un ringraziamento particolare va a tutti i parlamentari che con impegno, competenza, passione e tenacia hanno presentato, discusso e, quando si è reso necessario, hanno anche difeso il provvedimento, sino a permetterne la sua odierna approvazione. Nel 25esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio e nel 35esimo anniversario dell’approvazione della legge Rognoni-La Torre non poteva esserci modo migliore per onorare tutte le vittime innocenti delle mafie."