Lo scorso 21 luglio alla Corte di Londra il giudice Nicholas Francis ha acquisito i documenti depositati dal neurologo americano Michio Hirano che lunedì e martedì della scorsa settimana ha visitato Charlie Gard e ne ha studiato le cartelle cliniche, per verificare la possibilità di un suo eventuale trasferimento in America per sottoporlo al trattamento con la terapia nucleosidica.

Lunedì 24 luglio il giudice Francis inizia una nuova sessione di udienze sul caso di Charlie che non dovrebbe portrarsi oltre la giornata di martedì 25, in cui esprimerà il proprio verdetto, dopo aver sentito tutti i testimoni che si sono occupati del caso.

In un precedente pronunciamento della giustizia britannica, confermata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, era stato deciso che la macchina che consente a Charlie Gard di respirare, ventilando i suoi polmoni, avrebbe dovuto essere spenta perché il bambino, afflitto da una rara e grave patologia, era ormai ridotto allo stato vegetale e prolungarne la sopravvivenza avrebbe voluto significare farlo soffrire inutilmente.

Da qui la lotta dei geitori di Charlie che si sono opposti a tale decisione e che ha portato ad un nuovo consulto da parte di alcuni medici per verificare la possibilità reale di tentare nuove cure che possano migliorare le condizioni del piccolo.

Pertanto, a partire da oggi il giudice Nicholas Francis deciderà se i genitori del ragazzo, Connie Yates e Chris Gard, potranno portare Charlie negli Stati Uniti per sottoporlo alla cura sperimentale del dottor Michio Hirano, professore di neurologia al Medical Center della New York Columbia University.

Questa nuova udienza alla Corte di Londra si è potuta fare anche grazie all'impegno in tal senso del Great Ormond Street Hospital, dove Charlie Gard è ricoverato. Nonostante questo, come riporta un comunicato del GOSH, il personale dell'ospedale pediatrico londinese in questi giorni è stato inondato da messaggi di insulti e minacce di aggressioni, tanto da vedersi costretto - per tutelare gli altri pazienti ed il lavoro dei propri impiegati - a rivolgersi alla polizia per perseguire coloro che continueranno a minaccaire il lavoro di medici e di infermieri.