Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo gli interventi del Presidente dell’Assemblea Generale, Dennis Francis, e del Segretario Gene­rale dell’ONU, António Guterres, ha parlato all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul tema “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”.

Nel corso del suo intervento, Mattarella ha riassunto così la crisi in atto in Medio Oriente:

"La pace è interesse di tutti i popoli, ovunque. Ovunque.L’Italia, con altri partner internazionali, è convintamente impegnata nella ricerca di una soluzione pacifica e duratura al conflitto. Non qualsiasi soluzione o, tantomeno, una soluzione che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito.  Creando un precedente di grande pericolo per tutti.Non si tratta di dar vita a una composizione purchessia. La pace, per essere giusta, va fondata sui principi alti e irrinunciabili del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. La Carta deve essere la fonte cui ispirarsi per affrontare anche i sempre più preoccupanti venti di guerra che soffiano sul Medio Oriente.Le tensioni e gli scontri di queste scorse settimane impongono un accresciuto impegno della comunità internazionale per giungere a una de-escalation.È uno degli obiettivi che la Repubblica Italiana si è assegnata nell’assumere la Presidenza del G7.Occorre por fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile: una soluzione che passa necessariamente dall’obiettivo condiviso del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, con il definitivo riconoscimento di Israele e della sua sicurezza da parte degli Stati della regione.Nell’immediato ci viene chiesto di rispondere all’imperativo morale di fornire assistenza per lenire le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza.Va inoltre evitato un ulteriore aggravamento della situazione. Mi unisco all’appello del Segretario Generale affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per le drammatiche conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi.Occorre poi considerare l’essenziale funzione svolta dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente e di conseguenza l’importanza di continuare a finanziarla.Il cessate il fuoco, richiesto dal Consiglio di Sicurezza con la Risoluzione 2728, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza, la liberazione degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre - che, va sottolineato, rappresenta la causa scatenante di quanto  successivamente avvenuto  – e l’immediata interruzione di tutte le attività di sostegno alle organizzazioni terroristiche, restano i cardini sui quali continuare a costruire con determinazione un’azione diplomatica che sia comune.Il conflitto più aspro e duro non può consentire di violare le norme del Diritto umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, a tutela delle popolazioni civili".