"Preside' ... ma lei 'sto Scudetto lo voleva davvero?"

Il quesito è d'obbligo vista la  drastica situazione in cui versa la SSC Napoli a causa delle scelte di Aurelio De Laurentiis. Anche perché gli indizi iniziano ad essere tanti.

In prima fila tra gli indizi c'è il famoso tetto al monte ingaggi fissato due anni fa a circa 85 milioni di euro (netti), che proprio lei tenne a precisare che solo per un paio di calciatori avrebbe pagato 4 milioni (netti) all'anno. Ma uno Scudetto comporta maggiori e non minori aspettative da parte dei calciatori in fase di rinnovo, come comporta innesti di maggior valore e ... costo.

Subito a seguire un altro indizio della volontà di "ridimensionare lo scudetto" arriva dalla mancata sostituzione del Direttore Sportivo dopo l'addio annunciato di Giuntoli, con Meluso (ex Spezia e Carpi) arrivato il 16 luglio praticamente a mercato ormai andato. Eppure, tra i vari nomi c'erano quelli di Massara e di Tare, direttori di solida esperienza e con tanti nomi nell'agenda, ma lei - caro presidente - ha ben pensato di farne a meno.

Non parliamo poi della campagna acquisti al risparmio, con Natan che doveva sostituire Kim ed infatti adesso il Napoli sta cercando un difensore centrale, con Cajuste che doveva sostituire Anguissa  ed infatti adesso il Napoli sta cercando un centrocampista, con Lindstrom  che doveva sostituire Lozano ed infatti adesso il Napoli sta pensando di rinunciare al 4-3-3.

Peggio che andar di notte, la scelta di Rudy Garcia arrivata il 15 giugno, cioè in mancanza di meglio dopo il 'casting' di almeno una mezza dozzina di allenatori che hanno gentilmente rifiutato, chi per l'ingaggio troppo basso, chi perché mancava un direttore sportivo e chi ... per la nomea non certamente incoraggiante di un presidente tuttologo e tuttofare.

Scelta di Garcia non solo avventata come poi si è dimostrata nel giro di poco tempo, ma soprattutto inopportuna dato che lui ha voluto il suo costoso staff costringendo all'addio l'ottimo Sinatti, oggi preparatore della Nazionale. Ed i risultati - in termini di infortuni come di tenuta fisica dei calciatori - sono sotto gli occhi di tutti.

Infatti, il Napoli oggi ha 19 punti in meno dello scorso anno come ha subito 21 reti in 18 partite dopo che ne aveva subite solo 28 in 38 partite. O delle due stelle Osihmen e Kwaraskelia che avevano uno score di 38 reti e 14 assist in due e quest'anno i loro goal sono 12 e gli assist neanche mezza dozzina.

E - tenuto conto della sua nota attenzione ai ricavi - aggiungiamo che la rosa si è svalutata di almeno 60 milioni.

Circa un anno fa, Meret valeva 20 milioni, Di Lorenzo 25, Rahmani 25, Olivera 18, Mario Rui 10, Lobotka 40, Anguissa 40, Zelinski 40,  Kwaraskelia 85, Raspadori 35, Osihmen 120, Simeone 18. Viceversa, oggi Meret vale 13 milioni, Di Lorenzo 22, Rahmani 20,  Olivera 16,  Mario Rui 5, Lobotka 35, Anguissa 35, Zelinski 30, Kvaratskhelia 80, Raspadori 32, Osihmen 110, Simeone 12.

Infatti, c'è malcontento.

Elmas ai margini della rosa di Garcia ha scelto di andare via, Zelinski umiliato con l'offerta di un dimezzamento dell'ingaggio, Osihmen che ha dovuto sudare sette camicie per ottenere il giusto dovuto,  Kvaratskhelia che guadagna meno di Retegui o di Petagna.
Intanto, Lindstrom e Simeone non giocano praticamente mai, Politano è richiesto da una società araba, Ostigard va verso la cessione, Meret sarà ceduto se non rinnova, Zanoli, Zerbin e Gaetano in tre guadagnano quanto Solbakken, l'oggetto misterioso della AS Roma.

Infine, la bizzarra idea che si possa rinnovare tramite Pec il contratto di un allenatore che ha vinto il Campionato, senza un confronto, senza rinegoziazione, senza un direttore sportivo, senza evidentemente un progetto. Cioè era ampiamente prevedibile il rifiuto di Spalletti.

Intanto, lei - caro presidente De Laurentiis - nel 2024 compirà 75 anni e finora non ha passato lo scettro del comando ad uno dei suoi figli, anzi ha accentrato ancor più le decisioni.

Intende tenersela stretta stretta incurante del decadimento cognitivo che - ahinoi - prima o poi arriverà anche per lei come per tutti, senza un direttore sportivo di calibro internazionale, senza un socio di minoranza/maggioranza con cui ristrutturare lo Stadio sul serio e senza immettere nuovi capitali per costruire una rosa di calciatori adeguati e motivati

Oppure, visto che il Futuro costruito in 15 anni è stato smantellato in pochi mesi, non è che lei si appresta a cedere la SSC Napoli al miglior prezzo, cioè con una squadra a basso costo per chi subentra e la concessione dello Stadio Maradona su cui investire, ma capitalizzando per la gioia dei suoi eredi un miliardo di euro (poco più poco meno)?