Vorrei esprimere il mio parere sulle agevolazioni (bonus e superbonus) erogate nella  forma di detrazioni fiscali fruibili da chi esegue i lavori o cedibili alla banche.

Questi provvedimenti hanno avuto diversi effetti benefici verso lo Stato, le famiglie e l’ambiente che vale la pena di ricordare vista la diffusa incapacità o non volontà di analizzare il progetto a “vita intera”.

Mi riferisco in particolare a:

  • generazione di lavoro nel settore edilizio pesantemente in crisi per la mancanza di nuove costruzioni in tutti i campi (residenziale, industriale, infrastrutturale);

  • maggiori entrate fiscali per IVA, IRES, IRAP, derivanti dall’obbligo di fatturare al 100% lavori e prestazioni per ottenere le relative agevolazioni;

  • assunzioni di nuovo personale con contratti di lavoro regolari e conseguente versamento dei contributi INPS e delle tasse IRPEF. Il “nero” è praticabile solo in concomitanza con la fatturazione attiva anch’essa in “nero” perché altrimenti si genererebbero utili insostenibili;

  • riduzione dei costi di assistenza sociale  derivanti dalla crescita occupazionale;

  • benefici per le famiglie a seguito della riduzione dei consumi energetici ottenuti da cambio di caldaie, sostituzione infissi, installazione pannelli fotovoltaici, coibentazioni tetti, cappotti termici. I minori costi, durevoli nel tempo, permetteranno  maggiori consumi in altri settori sempre utili per la crescita del PIL.

  • riduzione delle emissioni nocive verso l’atmosfera sia per il minor uso di combustibili nel riscaldamento sia per minori consumi di energia elettrica che, in Italia, viene prodotta al 70% per via termica.

Quanto detto è assolutamente qualitativo e i conti costi – benefici sono ovviamente difficili da fare anche se possibili perché  l’intero progetto si è sviluppato tutto in chiaro . Comunque, qualunque fosse il risultato finale saremmo sempre di fronte a un debito “buono” perché generato da lavori fatti con miglioramenti stabili nel tempo.

Sarebbe bello se la stessa attenzione e/o preoccupazione  venisse dedicata al debito  “cattivo” o meglio “pessimo” derivante in maniera sistematica per compensare i deficit di gestione ordinaria  e assolutamente privo di conseguenze positive per il futuro.

Quindi, più che una cancellazione del superbonus servirebbe un miglioramento mirato a correggere alcuni errori evidenti (es: agevolazioni per case poco abitate) e ad ampliarne l’applicazione verso enti più energivori (es: supermercati/centri commerciali)  condizionando il premio all effettivo risparmio energetico ottenuto.

Il maggior indebitamento potrebbe essere coperto dai finanziamenti previsti per il PNRR dove la mancanza di idee e progetti è ormai evidente a tutti e i pochi lavori fatti sono irrilevanti come valore e di grande povertà in termini di benefici di lungo periodo.

Concludo e sintetizzo con un proverbio dei miei antenati: “Attenzione a non uccidere la gallina che fa le uova d’oro”.