Giovedì, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che la risposta militare di Israele a Gaza è stata "esagerata" e ha confermato che la sua amministrazione si sta dando da fare per arrivare ad una "pausa prolungata nei combattimenti" per alleviare la sofferenza dei civili palestinesi.

"Come sapete - ha sostenuto Biden alla Casa Bianca -, che la condotta della risposta nella Striscia di Gaza sia stata esagerata".

Il presidente ha poi specificato di aver spinto per un accordo per normalizzare le relazioni tra Arabia Saudita e Israele, di aver chiesto l'invio di maggiori aiuti umanitari per i civili palestinesi e una pausa temporanea nei combattimenti, per consentire il rilascio dei prigionieri catturati da Hamas

"Sto spingendo in maniera decisa, adesso, per arrivare ad un accordo che comprenda il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi", ha detto Biden. "Ci sono un sacco di persone innocenti [a Gaza, ndr] che muoiono di fame, molte persone innocenti che sono in difficoltà e muoiono, e questo deve finire".

Anche se la Casa Bianca si è rifiutata di fornire alla stampa ulteriori approfondimenti sulle parole di Biden, è evidente che il presidente Usa si riferisse alla risposta di Israele all'attacco del 7 ottobre e che sia ormai ai ferri corti con Netanyahu, che finora non ha fatto nulla per concedere almeno qualcosa al presidente americano che, invece, è sempre più in difficoltà con il proprio elettorato, a partire da quello musulmano che, numericamente, è da tempo più numeroso di quello ebraico.

Al di là che economicamente lo Stato ebraico possa permettersi di continuare il genocidio a Gaza ancora per mesi, potrà Biden continuare a supportarlo? Come potrebbe recuperare il consenso presso buona parte dei suoi elettori? E come potrà continuare a giustificare Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia, visto che adesso pure lui si rende conto che le operazioni militari dell'IDF nella Striscia di Gaza non sono più giusytificabili? 

Venerdì, Biden ha in agenda un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz con cui discuterà, tra l'altro, del supporto da fornire a Kiev e, si presume, della situazione in Medio Oriente