Il padre di Ilaria Salis aveva seguito le indicazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che lo aveva invitato ad agire sottotraccia per cercare almeno di ottenere gli arresti domiciliari per la figlia. Roberto Salis aveva seguito i suoi consigli, confidando nel frattempo anche in un'opera di "moral suasion" da parte del governo italiano nei confronti delle autorità ungheresi, visto l'affetto quasi carnale che unisce la premier (post) fascista Meloni all'amico dei nazifascisti, il premier ungherese Orban.

Roberto Salis ha mantenuto i suoi impegni, il governo Meloni - tanto per non smentirsi - invece non lo ha fatto. E così, Ilaria Salis è stata condotta nuovamente in un aula di un tribunale ungherese incatenata come nemmeno lo sarebbe un cane, per sentirsi dire che dovrà continuare a rimanere in carcere in attesa di un processo per delle accuse di cui ancora non sono state prodotte prove.

Nessun rappresentante del governo Meloni ha chiamato il padre della Salis dopo l'ultimo sfregio fatto dall'Ungheria a sua figlia e, di conseguenza, all'Italia. 

Per tale motivo, ieri, Roberto Salis ha fatto sapere alla stampa di aver mandato una pec al presidente della Repubblica in quanto garante della Costituzione e dell'articolo 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali -, sollecitando un suo intervento sul governo Orban e sul governo italiano, "perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare".

Oggi, a Roberto Salis è arrivata la telefonata di Mattarella:

"Il presidente Mattarella mi ha chiamato, ha espresso la sua vicinanza a me e alla mia famiglia”. Contattato al telefono da LaPresse, Roberto Salis fa sapere di “aver molto apprezzato” il gesto del Capo dello Stato. “Sono rimasto molto contento e anche impressionato per la solerzia con la quale mi ha risposto. Dopotutto sono trascorse meno di 24 ore dalla lettera che gli ho inviato. Mi ha garantito la sua vicinanza e il suo interessamento alla vicenda".

Un gesto, quello di Mattarella, che riempie un vuoto, quello di un governo Meloni silente e passivo, che non solo non si è fatto vivo con la famiglia, ma non sta facendo nulla per tutelare i diritti e la dignità di una connazionale incarcerata in condizioni disumane a Budapest.

La telefonata del Presidente della Repubblica al padre di Ilaria Salis colpisce non solo per il gesto di umanità e dimostrazione di vicinanza delle istituzioni, ma anche per le parole che Mattarella ha usato, sottolineando il trattamento cui la nostra concittadina è sottoposta.

Solo il governo italiano non si è voluto accorgere di ciò che Ilaria Salis sta passando: d'altronde l'azione di Nordio e Tajani si è rivelata inefficace. Senza parlare poi del silenzio colpevole di Giorgia Meloni, che probabilmente ha perso il telefono dove conservava il numero di Orban, compresi i selfie insieme a lui.

Quella di Ilaria Salis è evidentemente una detenzione politica: chiedere con forza il suo rientro in Italia, per una come Meloni che pretende di esser definita  patriota, difensore degli italiani, dovrebbe essere il minimo.

Evidentemente, però, il patriottismo di Meloni vale solo per i (post) fascisti.