Il Consiglio europeo - che riunisce i capi di Stato o di governo dei paesi membri dell'UE, il presidente del Consiglio europeo ed il presidente della Commissione europea - definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell'UE.

Il Consiglio si riunisce a Tallinn, in Estonia. L'Italia, per portare il problema migranti al centro del vertice, o almeno renderlo argomento di primo piano, ha fatto teatro a partire dalla scorsa settimana, con Gentiloni e Mattarella che si sono espressi con toni quasi drammatici nei confronti del problema migranti, perché quest'anno in Italia sono sbarcati 9.000 migranti in più rispetto allo scorso anno!

Comunque, il teatro messo in atto ha portato a far sì che a Tallinn si discuta di migranti. Questi i temi al centro del dibattito sul problema:

ricercare misure volte a ridurre la pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale e aumentare la solidarietà: migliorando il coordinamento delle attività di ricerca e salvataggio;

intensificare le azioni per rafforzare la capacità della Libia di controllare le frontiere (piano coordinato con l’Italia con nuovi fondi per 46 milioni);

rafforzare le azioni per ridurre la pressione migratoria sulla Libia e contrastare il traffico di migranti e la tratta di esseri umani (sono comprese proposte di controllo dei flussi verso la Libia, rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i Paesi di origine in collaborazione con Unhcr);

realizzare progressi concreti nel rimpatrio dei migranti irregolari (accordi di riammissione fra Ue e Paesi terzi);

l’Italia dovrà applicare procedure di rimpatrio accelerate, mentre gli altri paesi dell'Ue dovranno accettare gli impegni di ricollocazione dei migranti;

gli Stati membri dell’Ue finanzino il Fondo fiduciario dell’Ue, in particolare per la finestra per l’Africa settentrionale, per garantirne la sostenibilità per il 2018 e oltre, in linea con gli impegni da loro assunti. Dalle casse Ue arriveranno entro il 2017 ulteriori 200 milioni per questo fondo.

In linea di principio non sembra che ci sia niente di più e niente di diverso rispetto alle promesse già fatte mesi addietro. Anche in questo caso, le "buone intenzioni" dell'Ue sono state accompagnate dalle parole di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione.

Ma le parole, finora, non hanno avuto riscontro nei fatti. Oltretutto, se dobbiamo vedere da quanto finora offerto come antipasto al vertice di Tallinn sul tema migranti, c'è da registrare il divieto di Francia e Spagna a sbarcare nei propri porti i migranti salvati nel Mediterraneo e la militarizzazione dei confini da parte dell'Austria che ha messo delle autoblindo per impedire ai migranti di passare clandestinamente in quel paese.

Con queste premesse resta difficile credere che qualcosa di concreto a Tallinn possa essere deciso.