Le forze di occupazione israeliane, venerdì sera, hanno rilasciato 39 detenuti palestinesi, 24 donne e 15 minori, a seguito dell'accordo raggiunto con la mediazione del Qatar che ha interrotto per 4 giorni il genocidio in atto a Gaza.

Un autobus e alcuni veicoli appartenenti al Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno trasportato i detenuti rilasciati dal carcere militare di Ofer, a ovest di Ramallah, al comune di Beitunia, mentre nove detenute gerosolimitane sono state rilasciate dal centro di detenzione di al-Moskobiya a Gerusalemme.

In precedenza, la Croce Rossa aveva confermato il rilascio di 24 prigionieri detenuti da Hamas, che comprendeva 13 israeliani parte dell'accordo  mediato dal Qatar e 11 cittadini di altre nazionalità, dieci tailandesi e un filippino. I cittadini del sud-est asiatico sono stati liberati grazie a negoziati separati tra i governi e il movimento di resistenza palestinese. Anche loro erano stati catturati nel corso dell'attacco del 7 ottobre.

Tra i prigionieri palestinesi rilasciati anche Israa Jaabis, che ha trascorso otto anni in prigione, dopo esser stata arrestata nel 2015, quando l'auto a gas su cui viaggiava aveva preso fuoco, esplodendo nei pressi di un checkpoint nella Cisgiordania occupata. La donna, avvolta dalle fiamme, aveva chiesto aiuto ai militari che, invece di assisterla, la arrestarono con l'accusa di tentato attacco terroristico a una postazione dell'esercito israeliano. Israa fu condannata a 13 anni di carcere perché, secondo un tribunale dello Stato ebraico, avrebbe tentato di farsi saltare in aria per uccidere dei militari.

Israa si è sempre dichiarata innocente, sostenendo che l'esplosione era stata causata da un guasto alla sua auto. In prigione non ha mai ricevuto cure adeguate per le ustioni che le hanno causato la perdita parziale delle dita di entrambe le mani e le hanno sfigurato il volto.

Nel 2018, aveva presentato richiesta per una plastica al naso per eliminare i disturbi respiratori. Ma il giudice le ha respinto la richiesta, per il ricorso presentato da uno dei poliziotti rimasti feriti nell'esplosione della sua auto.

Nonostante tutto,  questa non è la notizia di giornata.

Infatti molto più importanti sono le dichiarazioni rilasciate oggi dal premier spagnolo Pedro Sanchez e dal premier belga Alexander De Croo che, in una conferenza stampa tenuta nei pressi del valico di Rafah hanno chiesto un cessate il fuoco umanitario permanente per porre fine alla situazione catastrofica cui è sottoposta la popolazione della Striscia di Gaza.

I due primi ministri hanno condannato e definito inaccettabile l'uccisione indiscriminata di civili innocenti, tra cui migliaia di ragazzi e ragazze, con Sanchez che ha espresso come concreta la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese senza attendere una decisione in merito dell'Unione Europea.

Ieri Sanchez aveva incontrato a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog, per poi avere a Ramallah un colloquio con il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Oggi, si è recato in Egitto dove ha incontrato il presidente al-Sisi.

Durante i colloqui con Netanyahu, il premier spagnolo aveva suggerito una conferenza di pace internazionale sul conflitto israelo-palestinese.

Dopo le affermazioni dei due premier europei, il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha accusato Sanchez e De Croo di "false affermazioni" che "danno una spinta al terrorismo" e ha detto di aver convocato gli ambasciatori dei due Paesi per chiarimenti. spiegare i commenti.

Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto sulla vicenda, dichiarando che i due leader europei non hanno dato il giusto rilievo a quelli che ha definito i crimini di Hamas contro l'umanità, condannando fermamente le osservazioni fatte dai due premier, oltre ad accusare Hamas di usare i palestinesi come scudi umani.

In mattinata, dopo l'inizio della tregua, un gran numero di sfollati palestinesi aveva iniziato a spostarsi dal sud della Striscia verso il nord, ma sono stati bloccati dai militari israeliani che hanno avvertito la popolazione di non attraversare il confine simbolico delineato dal Wadi Gaza. Lo hanno fatto lanciando volantini nel sud della Stgriscia, secondo quanto riferito dall'Associated Press.