Toh! Alla fine pure i "giornaloni" si sono accorti della protesta dei terremotati. D'altronde, non potevano farne a meno, visto che megafoni, striscioni e persone non potevano essere ignorati.

La manifestazione si è svolta a Roma e con alcuni presidi anche nei luoghi del sisma dove nelle vicinanze di Arquata del Tronto è stata bloccata la Salaria.

"Quelli che il terremoto" e "La terra trema noi no" sono stati i comitati organizzatori dell'evento intitolato la Ri-Scossa dei Terremotati. A Roma, tra il Pantheon e Montecitorio, gruppi di manifestanti in rappresentanza degli oltre 100 comuni colpiti dal sisma del 2016 hanno lanciato il loro ultimatum al Governo.

I terremotati chiedono chiarezza. Il tema della protesta è molto semplice da riassumere. Entro una settimana il Governo deve dare loro tempi certi e risposte concrete alle richieste da tempo rimaste inevase oppure inizieranno a "bloccare" l'Italia.

I motivi sono sempre i soliti, quelli che anche i terremotati de L'Aquila hanno sperimentato sulla loro pelle: macerie non rimosse, tempi per la ricostruzione non ancora definiti, mancanza di unità abitative che permettano ai terremotati di riscostruire almeno socialmente i paesi distrutti.

Finora, dal Governo, o più precisamente dai Governi, di concreto è arrivato poco o nulla. La pazienza è terminata. E dopo sette mesi di attesa, sarebbe difficile pretendere diversamente.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante il suo intervento al forum di Confcommercio, a fine mattinata, ha assicurato che l'aiuto ai terremotati è una "priorità assoluta del Governo e la affronteremo con le risorse e l'impegno che sono necessari".

Resta da vedere se riuscirà a convincere gli abitanti del cratere entro i prossimi sette giorni.