In un'Italia ormai concentrata sui problemi di poltrona e di potere di Matteo Renzi e degli interessi che rappresenta, che non sono certo quelli dei votanti e degli iscritti al PD, ci siamo dimenticati di problemi che fino a ieri sembravano prioritari, come ad esempio la guerra in Siria e il problema relativo all'afflusso di profughi da quell'area.

Anche se la contingenza della politica interna costituisce la sola attualità per i media locali, i fatti del mondo non si fermano di certo a causa delle dimissioni di Renzi da premier. 

Ieri, alla fine dell'Angelus, Papa Francesco ha ricordato che la guerra in medio oriente è ancora in corso ed è sempre più cruenta: «Ogni giorno sono vicino, soprattutto nella preghiera, alla gente di Aleppo. Non dobbiamo dimenticare che Aleppo è una città, che lì c’è della gente: famiglie, bambini, anziani, persone malate… Purtroppo ci siamo ormai abituati alla guerra, alla distruzione, ma non dobbiamo dimenticare che la Siria è un Paese pieno di storia, di cultura, di fede. Non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità. Faccio appello all’impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria.

E preghiamo anche per le vittime di alcuni efferati attacchi terroristici che nelle ultime ore hanno colpito vari Paesi. Diversi sono i luoghi, ma purtroppo unica è la violenza che semina morte e distruzione, e unica è anche la risposta: fede in Dio e unità nei valori umani e civili.»

La guerra in Siria, quella nel nord dell'Iraq e gli attentati che sconvolgono quelle aree, Turchia compresa, sono quasi certamente conseguenza di una stessa strategia che vede ormai allargarsi il conflitto in forme e modalità diverse, intrecciandosi con gli interessi economici di Stati Uniti e Russia che poco o nulla hanno a che vedere con l'identità religiosa e le richieste di autonomia politica locali.

La situazione più critica in quell'area è rappresentata, come ricordato anche dal Papa, dalla situazione della città di Aleppo. Le forze siriane continuano la loro avanzata, supportata da bombardamenti sempre più frequenti, costringendo le forze ribelli in un settore sempre più ridotto della parte orientale della città.

Le ultime notizie dal fronte riportano che il quartiere di Sheikh Saeed è adesso controllato dai siriani, dopo gli aspri combattimenti di domenica, mentre gli scontri adesso sembrano essere concentrati nei quartieri di Karam al-Daadaa e Fardous.

La proposta russa di un accordo per una ritirata delle forze ribelli in una area concordata, non è ancora stata accettata. Quel che è certo è che la situazione dei civili, ostaggio dei combattimenti tra ribelli e le forze che supportano Assad come quella dei prigionieri di entrambi i fronti è, come si può immaginare, drammatica.