Erano le 4:40 del mattino in Siria quando 59 missili Tomahawk lanciati da due navi da guerra delle forze navali USA nel Mediterraneo, la USS Porter e la USS Ross, hanno colpito la base aerea di Shayrat nel sud del paese.

La conseguenza dell'attacco, che ha causato la perdita di almeno 6 militari secondo fonti siriane, è stata la quasi totale distruzione della base aerea, comprese piste, molti aerei e depositi.

Gli USA hanno motivato l'attacco affermando di aver distrutto la base da cui sono partiti gli aerei che martedì avrebbero portato l'attacco con armi chimiche su Khan Sheikhoun, uccidendo almeno 70 persone, con lo scopo di prevenire altre azioni analoghe da parte delle forze siriane. Gli USA non porteranno ulteriori attacchi contro la Siria.

Quanto accaduto è stato annunciato da Donald Trump a Mar-a-Lago nel dopo cena seguito al primo giorno di colloqui con il presidente cinese Xi Jinping.

Le reazioni. I russi, che sono stati avvertiti nell'imminenza dell'attacco, interpretato da molti come una sfida diretta di Trump a Putin, hanno protestato ufficialmente manifestando apertamente irritazione e indignazione per quanto accaduto. Inutile dire che neppure i siriani sono stati felici. Una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'ONU è stata richiesta dalla Bolivia per discutere dell'azione militare statunitense.

Gli israeliani sono soddisfattissimi dell'attacco americano, sia perché avevano già indicato in Assad il mandante dell'attacco chimico, sia perché la reazione USA è un messaggio indiretto anche nei confronti dell'Iran, alleato siriano, la cui presenza nell'area è vista come un grosso problema dal governo di Tel-Aviv.

L'attacco è stato ordinato direttamente dal presidente Trump senza aver informato e ricevuto alcuna approvazione al riguardo da parte del Congresso USA, fatto ritenuto illegale da parte di alcuni membri del partito democratico.

Inoltre, per quanto riguarda l'attacco chimico su Khan Sheikhoun, a parte alcune evidenze che fanno puntare il dito sulla Siria come responsabile di quanto avvenuto, non c'è stata ancora alcuna inchiesta ufficiale da parte dell'ONU o di agenzie indipendenti che abbia stabilito con certezza fatti e responsabilità.