Secondo quanto riportato nel Global Slavery Index 2016, diffuso oggi dalla Walk Free Foundation, in Europa sono oltre un milione e duecentomila le persone soggette a schiavitù.

Si tratta di vittime del traffico di esseri umani, di lavori forzati e di sfruttamento sessuale. Per la maggior parte, circa il 65 per cento, sono cittadini dell'Unione Europea, residenti soprattutto nei paesi dell'Europa orientale, quali Romania, Bulgaria, Lituania e Slovacchia. Quelli extra-europei provengono in prevalenza da Nigeria, Cina e Brasile. Fra le varie forme di schiavitù, anche l'obbligo al matrimonio di minori, una pratica ancora molto diffusa in Turchia.

La crisi migratoria contribuisce enormemente ad aggravare questo fenomeno. Privi di mezzi e impossibilitati a trasferirsi legalmente, i migranti sono costretti ad affidarsi ai trafficanti di esseri umani, spesso vere e proprie organizzazioni criminali, per trovare rifugio in Europa. Non disponendo di denaro, si pagano il viaggio offrendo prestazioni sessuali o, in altri casi, con la donazione di organi.

I più soggetti a forme di schiavitù sono i minori. Le recenti misure adottate dall'Europa per contrastare l'afflusso dei rifugiati presentano molti punti deboli, prontamente sfruttati da organizzazioni criminali. Non si sa che fine abbiano fatto circa 10.000 bambini registrati come rifugiati e, poi, letteralmente scomparsi. Di questi ben 5.000 in Italia e 1.000 in Svezia. L'Europol ritiene che molti siano finiti nelle mani di criminali e siano costretti a prestazioni sessuali o a lavori forzati nelle fabbriche e in agricoltura.

Le donne provengono in gran parte dall'Africa sub-sahariana e sono destinate a lavori domestici e al mercato della prostituzione. Molte di quelle che arrivano in Italia, Spagna, Belgio, Francia, Svezia e Olanda sono originarie della Nigeria e raggiungono l'Europa sia via terra, che in nave o in aereo, grazie ad una fitta rete di trafficanti, che dispongono anche di strutture per l'accoglienza lungo il tragitto.

Vittime della schiavitù anche le comunità Rom, spesso ghettizzate nei paesi europei. Le famiglie Rom sono costrette dalla povertà e dall'impossibilità di accedere ai servizi pubblici a vendere i loro bambini, ad affittarli ad altri per l'accattonaggio, a sfruttarli sessualmente o a costringerli al matrimonio.

Ma, secondo quanto riportato nel Global Slavery Index, l'Europa rappresenta solo una piccola parte del totale. Nel mondo sono quasi 46 milioni le vittime della schiavitù, ben il 28 per cento in più di quanto stimato in precedenza.